Totti leggenda della Roma: 20 anni fa esordì in Serie A (VIDEO/FOTO)

Cesare Prandelli è pronto a richiamarlo in Nazionale, come si fa con i veterani quando la Patria è in armi e ha bisogno dei ‘vecchi' capitani di trincea. La sua, quella di Francesco Totti, è l'Olimpico: da Pupone a Gladiatore, ha fatto la storia alla sua maniera. Colpi di tacco, ‘cucchiai', gol spettacolari festeggiati col dito in bocca. Là in mezzo, nella tonnara tra la mediana e l'area di rigore, c'è nato. Lì ha costruito il suo regno. E tra i Re della Capitale c'è anche lui che in testa s'è messo pure la corona dei bomber italiani. Dopo aver sorpassato lo svedese Gunnar Nordahl (225 reti) nella classifica dei marcatori di tutti i tempi in Serie A con il suo 226simo gol segnato contro il Parma (17 marzo 2013), adesso punta allo scettro di Silvio Piola, con l'asticella ferma a 274. E magari gli riesce di scalzare anche Paolo Maldini che con il Milan ha disputato ben 25 stagioni (dal 1984-1985 al 2008-2009) mentre Francesco è a quota 21 (dal 1992-1993 ad oggi) e, come l'ex difensore rossonero, tutte indossando un'unica maglia.
C'era una volta.Tutto cominciò il 28 marzo del 1993: a Brescia la Roma di Boskov rifilò un paio si sberle ai lombardi. ‘Rigore è quando arbitro fischia', ripeteva Vujadin come un mantra tanto per mettere in chiaro la filosofia del suo calcio. Perché, in fondo, ‘non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore'. E quel biondino con la riga dei capelli in mezzo, subentrato nel finale a Ruggero Rizzitelli, apprese subito la lezione. Il suo nome comincia a diventare leggenda nel pantheon giallorosso il 4 settembre del 1994, in Roma-Foggia 1-1: sinistro rasoterra con esultanza studiata a casa con il fratello Riccardo. Totti è il campione che, nemmeno ventenne, è già punto di riferimento per la squadra.
Da Bianchi a Zeman. All'inizio della stagione 1996-1997 alla Roma arriva Carlos Bianchi: feeling mai sbocciato, tanto che l'argentino lo definisce "un giocatore normale". Il boemo gli dà tutto: dai trucchi del mestiere fino alla maglia numero 10 che non lascerà più. A costo di ripetute e allenamenti da marines, marchio di fabbrica a Zemanlandia. Fabio Capello gli regalerà lo scudetto del 2001, con la città impazzita per una settimana e Totti che benedice il popolo romanista dal Circo Massimo. E' sempre Totti l'uomo che, segnando al Bernabeu, farà vincere una squadra italiana sul campo del Real Madrid dopo 35 anni. Nel 2006, nonostante il più preoccupante dei tanti infortuni, diventa campione del mondo con l'Italia di Lippi, con la maglia del suo club vince anche una Scarpa d'Oro. "Venti anni d'amore, capitano di un'era… Totti unica bandiera", lo striscione appeso giorni fa fuori Trigoria. E' questione endemica: sopravvive nel tempo a se stesso e agli allenatori. Spalletti, Luis Enrique e di nuovo il boemo… perché la storia fa strani giri, ma Totti è sempre lì ad attenderla al varco. Dinanzi alla porta.