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Torres: “Non sono un traditore, il Liverpool aveva già deciso di vendermi”

A distanza di cinque anni dal passaggio la Chelsea l’attaccante spagnolo torna sulla trattativa che lo vide trasferirsi a Londra.
A cura di Maurizio De Santis
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"Non sono un traditore". A parlare così non è Gonzalo Higuain che si difende dalle accuse e dagli insulti scagliati contro di lui da Napoli. In questo caso il ‘Pipita' non c'entra. Le parole in questione sono di Fernando Torres, l'ex attaccante del Liverpool che cinque anni fa ne perfezionò il trasferimento al Chelsea incassando una somma cospicua (50 milioni di euro). Ora è all'Atletico Madrid, la società che lo ha accolto di nuovo dopo aver fatto tappa anche in Italia, tra le fila di un Milan in fase calante e per nulla in grado di sfruttare le potenzialità di uno dei più pericolosi attaccanti in Europa.

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Al ‘Vicente Calderon' è considerato un idolo, un totem, il classico calciatore che appena sveste la tuta per fare il suo ingresso è capace di sollevare il clamore e l'entusiasmo di tifosi. Per gli abituali frequentatori della ‘Kop', la Curva occupata dalla parte più calda della tifoseria, invece, l'ex attaccante è solo un mercenario che ha preferito andare laddove poteva essere pagato di più. Non è così, sbotta il giocatore che a distanza di anno interviene ancora sull'argomento in una intervista alla stampa inglese. ‘El Niño', come lo hanno ribattezzato in Spagna, spiega la sua versione dei fatti.

La realtà è che il Liverpool voleva acquistare nuovi giocatori e cominciare un nuovo ciclo –  ha ammesso Torres – . Ho cominciato a pensare che questo processo avrebbe richiesto del tempo, 2-3-4 o addirittura 10 anni. E io non avevo questo tempo. Allora avevo 27 anni e non potevo perdere altro tempo, volevo vincere. Al Liverpool erano passati cinque anni ma la posizione in Premier League non era cambiata.

E così dopo Mascherano finito al Barcellona è toccato anche a lui fare i bagagli e andare via. "Sono stato ceduto al Chelsea come un traditore – ha aggiunto -, ma non è mai stato così durante le trattative. La verità è che il Liverpool ha preferito dare la colpa a me piuttosto che ammettere ai tifosi cosa stava facendo".

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