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Torino-Juventus: il derby dello scavetto di Maspero nel cuore dei granata

Prima che il Torino, lo scorso anno, interrompesse il ventennale digiuno da vittorie nel derby, un’altra gara aveva scavato un solco nella memoria dei tifosi, passata alla storia per uno “strano” gesto tecnico.
A cura di Mirko Cafaro
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Prima che nel girone di ritorno dello scorso campionato il Torino interrompesse un digiuno ventennale da vittorie nel derby, grazie alle reti di Darmian e Quagliarella (2-1 il finale, dopo l'iniziale vantaggio di Pirlo, era il 25 aprile), l'ultima gara a scavare un solco nella memoria dei tifosi granata affondava le radici storiche nei primi del 2000. Più precisamente occorre tornare indietro con la memoria sino al 14 ottobre del 2001, quando allo Stadio Delle Alpi andò in scena una delle più pazze partite, non solo nella storia della stracittadina torinese, ma dell'intera serie A.

In quel campionato, che si concluse nel segno di Gresko e del famigerato 5 maggio che assegnò lo scudetto ai bianconeri, la Juventus si presentò ai nastri di partenza con Marcello Lippi in panchina e una formazione che al fischio di inizio del derby era composta da Buffon tra i pali, Cristiano Zenoni, Thuram, Iuliano e Pessotto in difesa, Zambrotta, Tudor, Tacchinardi e Nedved in mediana, Trezeguet e Del Piero di punta; i granata di Camolese, invece, in quell'occasione proposero Bucci in porta, davanti a sé Garzya, Galante, Delli Carri in linea; Asta e Mezzano a presidio delle fasce, Cauet e De Ascentis a protezione della retroguardia, Semioli dietro le punte e Osmanovski.

L'avvio del match è subito sconsigliato ai cuori deboli. Bastano nove minuti alla Juve per portarsi in vantaggio con Del Piero, bravo ad approfittare di una palla persa sulla trequarti difensiva dai torinesi. Ancora 120 secondi e Montero raddoppia sbrogliando una mischia furibonda in area; al 24′ quindi la bambola del Torino è completa con Nedved che, completamente indisturbato, si fa tutta la fascia sinistra e agevola l'appoggio da due passi ancora di Del Piero, ben appostato sul palo lontano. Il primo tempo si chiude così con un 3-0 che non sembra lasciare scampo ai granata. Sembra…

Alla ripresa Camolese spedisce sul terreno di gioco Ferrante e Maspero per dare maggiore verve all'attacco e per provare a scardinare la difesa bianconera. Dopo 12′ ci riesce subito Lucarelli che non perde tempo a festeggiare; quindi è il turno di Asta, bravo a sorprendere la prima linea di Lippi e a costringerla al fallo da rigore, che Ferrante realizza celebrando il 3-2 con le corna del toro, esultanza poi divenuta celebre e imitata sarcasticamente da Maresca in un altro derby. L'inerzia del match è definitivamente cambiata e al 37′ arriva così il meritato pari: altro rapido capovolgimento di fronte, ancora Asta taglia un cross per la testa del solito Ferrante, botta a colpo sicuro, Buffon respinge sui piedi di Maspero che insacca. 3-3 e tutti a casa? Macché.

Trascorrono quattro minuti e Delli Carri affossa Tudor in area, l'arbitro non ha dubbi: rigore. Tocca a Salas, nel frattempo subentrato a Del Piero, ma durante la fase di preparazione al calcio piazzato accade quel che non ti aspetti. È lo stesso Maspero ad aver rivissuto quei momenti in numerose interviste: "Ho cercato di disturbare chi avrebbe tirato dagli undici metri dando dei calci con la punta al dischetto, sino a quando non si è formata una buca. Salas non sapeva dove posizionare la palla, l’ha messa appena sopra la buca che avevo appena fatto. Così sono tornato vicino al dischetto e ho ricominciato a scavare con Tacchinardi che mi spingeva via. Ho scavato fino a quando il dischetto non fu disfatto del tutto". Il resto è storia. Salas manda il rigore alle stelle e il derby viene ufficialmente tramandato ai posteri come la partita dello "scavetto" di Maspero. Più importante del gol del 3-3.

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