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Titolo sospeso in Borsa e 300 milioni per ricapitalizzare: che succede alla Juventus?

Il club ha chiuso il secondo bilancio consecutivo in rosso. Approvato un aumento di capitale. Sarebbe il primo dal 2011-2012, dopo una perdita record da 95 milioni. Crescono debiti e costo della rosa, l’effetto Cristiano Ronaldo si sente. Il titolo bianconero a Piazza Affari oggi ha perso più del 7%. La Juventus è una società solida? I numeri e gli investimenti raccontano il momento dei bianconeri.
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Lunedì il titolo della Juventus a Piazza Affari è stato sospeso per eccesso di ribasso, cedeva il 7,2% a 1,29 euro per azione dopo il bilancio 2018-2019 che si è chiuso con ricavi di 621.5 milioni di euro (+116,8 milioni rispetto all'esercizio 2017/2018) e una perdita di 39,9 milioni. È l'effetto Cristiano Ronaldo. Il portoghese ha fatto impennare i ricavi per il 2018-19 a 621 milioni, quasi 117 in più di un anno prima. Ma la sua presenza spiega una parte consistente dei 39,9 milioni di perdite registrate nel bilancio approvato qualche giorno fa. La rosa costa di più e gli investitori restano perplessi.

Approvato un aumento di capitale fino a 300 milioni

Il club ha già annunciato un piano quinquennale di sviluppo in proiezione 2024 in cui si inserisce l'aumento di capitale, già approvato, per un massimo di 300 milioni entro settembre 2020. La decisione, che segue l'emissione a febbraio del prestito obbligazionario non convertibile per 175 milioni con scadenza 19 febbraio 2024, conferma la volontà di Agnelli di spingere la Juve ai vertici del calcio europeo. Non a caso il 2024 è anche l'anno in cui partirà la nuova, ricchissima, Champions League e sarà ridiscusso il calendario internazionale. Agnelli, che è anche al vertice dell'Eca, l'associazione dei club europei, vuole presentarsi all'appuntamento avendo cancellato il gap con le big d'Europa. Ma allo stesso tempo dimostra come l'acquisto di Cristiano Ronaldo abbia avuto un impatto notevole sui conti, che si è tradotto in una crescita del 50% del debito netto in un anno, e nella conseguente erosione del patrimonio netto (31,2 milioni di euro, in calo rispetto ai 72 del 2018).

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Gli obiettivi dell'aumento di capitale

Il piano mira al consolidamento della società e a rendere l'andamento dei conti meno sensibile all'oscillazione dei risultati. È l'onda lunga di un percorso iniziato nel 2011. Allora la Juve fece registrare la perdita di bilancio più alta di sempre: 95 milioni di euro. E decise quello che rimane, al momento, l'ultimo aumento di capitale, da 120 milioni complessivi. Sono iniziati così gli otto anni dominio incontrastato in Italia. Da allora, la Juve ha investito in infrastrutture e nel restyling del marchio (il nuovo logo presentato nel 2017), si è orientata verso il marketing, tanto da spingere per giocare più partite quest'anno alle 15 in orario più favorevole al pubblico asiatico. Ha cercato di aprirsi a nuovi mercati, soprattutto internazionali, nella consapevolezza che il successo sportivo in Serie A non basta più a garantire il pareggio di bilancio.

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Juve, aumentano i ricavi

Il boom dei ricavi (da 504,7 a 621,5 milioni in dodici mesi) si spiega con un miglioramento di tutte le voci principali: crescono i ricavi da gare (70,6 milioni contro 56,4), i diritti tv (206,6 contro 200,1), la vendita di prodotti e licenze (44 contro 27,7). La voce che cresce di più riguarda la gestione dei diritti dei calciatori, ovvero i proventi del calciomercato che arrivano a 157,2 milioni di euro con plusvalenze per 126,7. Tra le voci strutturali, invece, l'aumento più rilevante riguarda le sponsorizzazioni (da 86,8 a 108,8 di ricavi), influenzato dal rinnovo della partnership tecnica con adidas, che prevede un fisso di 408 milioni più bonus per il periodo 2019-2027 a cui si aggiunge un premio addizionale di 15 milioni già messo a bilancio nel primo semestre dell’esercizio 2018/2019.

Crescono però anche i costi di gestione che arrivano a 458,5 milioni (+19,6%). Salgono di 68 milioni gli stipendi e di 41,5 gli ammortamenti, peraltro destinati ad aumentare ancora in questa stagione di una decina di milioni, secondo le stime di Calcio e Finanza.

Evoluzione dei ricavi della Juve
Evoluzione dei ricavi della Juve

L'impatto di Cristiano Ronaldo

L’aumento dei ricavi, scrive Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore, “non è bastato a coprire l’esplosione dei costi dovuta all’ingaggio del fuoriclasse portoghese: 115 milioni il costo del cartellino (da ammortizzare in quattro anni), più un esborso di circa 60 milioni all’anno per lo stipendio (che è pari a 31 milioni netti a stagione)”. Ronaldo, il cui ammortamento vale 28,8 milioni a stagione, ha avuto un impatto complessivo sul bilancio di bianconero superiore agli 80 milioni, in termini di costi. Ma sul fronte dei ricavi, l'effetto CR7 si può circoscrivere ai ricavi da gare, alla luce dell'aumento dei prezzi deciso dalla Juve l'anno scorso, e dei proventi commerciali: dal nuovo contratto con adidas ai 10 milioni in più per quanto riguarda il merchandising. La somma di questi ricavi, però, arriva appena alla metà del costo che Cristiano Ronaldo rappresenta per la società.

Evoluzione dei costi e degli ammortamenti della Juve
Evoluzione dei costi e degli ammortamenti della Juve

Le prospettive dei conti della Juve

La Juve, scrive nella prima relazione sintetica con cui annuncia l'approvazione del bilancio al 30 giugno 2019, prevede che anche il prossimo bilancio sarà chiuso in perdita ma l'andamento dei conti, si legge nella relazione, “sarà come di consueto fortemente influenzato dall’andamento dei risultati sportivi ed in particolare della UEFA Champions League”.

La Juve, indebitata per 131 milioni verso altre società calcistiche per operazioni di calciomercato al 30 giugno 2019, ha visto ridursi i mezzi propri (il patrimonio netto) da 93,8 a 31,2 milioni dal 2017, l'anno della finale ci Champions League persa a Cardiff. Contemporaneamente, da allora “la traiettoria dei debiti finanziari del club sia triplicata passando da 162,5 milioni fino all’ultimo dato di 463,5 milioni che corrisponde a oltre 14 volte il patrimonio netto ed è equivalente ai ricavi operativi del club al netto delle plusvalenze che si sono attestati a 464,27 milioni (l’anno prima si erano fissati a quota 402,26)” si legge sul Corriere della Sera.

Dunque, con due bilanci chiusi in passivo, la data del 30 giugno 2020 diventa un parametro fondamentale anche per le strategie in materia di fair play finanziario. Non sarebbe dunque sorprendente vedere uno o due big lasciare la Juve per recuperare una parte di quei 100 o 120 milioni che servirebbero sul mercato per evitare limitazioni nelle competizioni Uefa. Anche se, va ricordato, per il fair play finanziario la Uefa non considera i costi virtuosi come gli investimenti relativi alle infrastrutture, e la Juve si è mossa bene con la rivalutazione dell'area della Continassa e l'apertura dell'hotel ufficiale della squadra. Ma è evidente che questa sarà una stagione spartiacque anche dal punto di vista della gestione dei costi. Poi, se Cristiano Ronaldo porterà alla Juve la Champions League, sarà tutta un'altra storia.

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