Tim Cahill, 38 anni e l’ennesimo Mondiale con l’Australia. Anche Reina tra gli over 35
Tempo di Mondiali, tempo di storie, curiosità, aneddoti e percorsi fatti dai singoli protagonisti che sono pronti a ripetersi con prestazioni da sogno anche in Russia. Dai top player delle varie Nazionali europee, alla fantasia delle sudamericane, con Brasile e Argentina in testa, senza tralasciare le possibili outsider, oggi vi parleremo di uno dei ‘vecchietti’ di questa manifestazione: Tim Cahill. Il leader dell’Australia, 38 anni compiuti e tanta voglia di dimostrare ancora il suo valore, sarà nuovamente protagonista con la sua Nazionale per provare a raggiungere il sogno di andare più avanti possibile.
Ben 50 gol con l’Australia e un rendimento costante che nonostante l’età avanzata, lo vede sempre al centro del progetto australiano anche in vista di questo Mondiale. Oggi attaccante del Milwall, storico club inglese che milita in Championship, è pronto a recitare un ruolo da vero capitano con la sua mitica numero #4 sulle spalle. Scopriamo dunque chi è e chi sono gli altri ‘anziani’ che prenderanno parte a questa competizione.
Dalle Isole Samoa alla Nazionale australiana
Timothy Filiga Cahill, questo il suo nome completo, è nato da padre inglese e madre samoana, il 6 Dicembre 1979. Proprio dalle Isole Samoa infatti sono racchiuse le sue origini, in quella sua faccia dipinta con tratti europei, aborigeni e orientali, questi ultimi retaggio dei primi abitanti delle Isole provenienti dal Sud Est asiatico, più di 2000 anni fa. Le Isole Samoa sono anche nel cuore del giovane Tim Cahill, che fino ai 20 anni ha giocato proprio per le rappresentative giovanili della nazionale samoana totalizzando 2 presenze con esordio nel 1994.
Quando si tratta di scegliere la nazionale maggiore, però, Tim Cahill ha sfruttato la sua naturalizzazione australiana e si è reso convocabile per i ‘Socceroos’. Passano dieci anni, dal 1994, data della sua ultima presenza con le Isole Samoa al 2004, quando esordisce con l’Australia, in cui Tim Cahill non rappresenta calcisticamente nessuna nazione, ma presto diventerà l’idolo e il simbolo di un intero Paese.
Caratteristiche tecniche di un campione
Ciò che sorprende, nonostante la sua incredibile facilità nell’andare in gol, è che Tim Cahill nasce centrocampista per poi spostare il proprio raggio di azione, fino ad arrivare a giocare prima punta, nel corso degli anni. Ciò che l’ha sempre distinto è ovviamente l’abilità nel colpire di testa, nonostante sia alto poco più di 1 metro e 75 centimetri riuscendo ad avere una capacità nel gioco aereo davvero incredibile.
Tutte qualità che nel corso degli anni, hanno portato Tim Cahill, nel periodo migliore della sua carriera, a militare in Premier League con le maglie del Millwall prima e dell’Everton successivamente. In campo è una furia e sulle palle inattive a favore della propria squadra è sempre l’osservato speciale: il pericolo numero uno, due e tre a cui prestare attenzione.
L’evoluzione con l’Australia
Dal momento in cui ha vestito per la prima volta la maglia dell’Australia, ha già 24 anni e probabilmente non poteva immaginare ciò che il destino gli avrebbe riservato in futuro. Cahill ha infatti infranto record su record diventando il primo marcatore dell’Australia in una fase finale di Coppa del Mondo con il gol nel 2006 contro il Giappone. Ha poi giocato anche i Mondiali in Sudafrica del 2010 e quelli in Brasile 4 anni più tardi, andando a segno in entrambe le manifestazioni. Poi gli anni sono passati e per Cahill si sono aperte le porte di Stati Uniti, Cina e Australia.
Di lui che ancora continua a segnare, seppur in campionati minori, si parla sempre meno spesso, come è normale e scontato che sia. Quando tutti però pensavano che fosse arrivato il momento di attaccare le scarpette al chiodo, ecco il ritorno di fiamma al Milwall che l’ha accolto come un figlio. Tutti a gioire con la sua storica esultanza, coperta da brevetto, in cui si diletta a prendere a pugni la bandierina. In pochi, forse, lo ricorderanno per quello che ha insegnato con il suo modo di stare in campo e per aver scritto le pagine più belle della storia calcistica di una nazione.
Cahill e i ‘leader anziani’ del Mondiale
In Russia però, oltre alle tante sorprese, vedremo anche altri calciatori di età avanzata, over 35, che prenderanno parte al Mondiale. Oltre al 38enne Cahill infatti, ci sarà anche un altro leader come il “nonno d’Egitto”, Essam El-Hadary che in patria è considerato una vera e propria leggenda grazie anche ai 24 titoli vinti con l’Al-Ahly e le quattro Coppe d’Africa con l’Egitto. Sarà lui il più vecchio giocatore presente ai Mondiali.
Non possiamo però di certo dimenticare Rafael Marquez del Messico, 39 anni e 4 mesi. Nel suo Paese viene chiamato “El Gran Capitàn”, amato alla follia dai suoi tifosi. Senza dimenticare anche Jesus Corona, 37 anni, giocatore del Porto, e soprannominato “El Tecatito”. Ci sarà il 37enne Felipe Baloy, difensore centrale di Panama e Jaime Penedo, 36 anni e 9 mesi, portiere della Dinamo Bucarest e della proprio della Nazionale panamense.
I ‘nonnetti’ della porta
Oltre ai leader, ci sono soprattutto i portieri presenti in Russia a distinguersi per età anagrafica avanzata. C’è infatti anche Willy Caballero come uno dei vecchietti più noti di questo Mondiale. Di ruolo portiere, gioca nel Chelsea. Da anni difende la porta della sua Argentina con cui vanta l’oro olimpico al torneo calcistico di Atene 2004. Come squadra europea però, non c’è un portiere, ma un difensore, nel Portogallo, come Bruno Alves che in passato è stato un signor giocatore e con un passato anche al Cagliari.
Oltre a Keylor Navas, la Costa Rica poi potrà contare anche sull’esperienza di Patrick Pemberton che farà da secondo all’estremo difensore del Real Madrid all’età di 36 anni. Dimenticato qualcuno? Certo che si, Pepe Reina, leader della selezione spagnola che a 35 anni e 10 mesi, si appresta a vivere il suo ennesimo Mondiale prima di passare al Milan.