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Ti ricordi di… Alan Shearer, mister 260 gol in Premier League

L’ex centravanti di Newcastle e Inghilterra è ancora capace di stupire: a 44 anni suonati è riuscito a centrare una sedia da giardino facendo passare la palla su una piscina. Un cecchino! Alan è, ancora oggi, il miglior capocannoniere della Premier League di tutti i tempi.
A cura di Vito Lamorte
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Il modo di calciare e l'esultanza lo hanno contraddistinto nella sua carriera e rimangono un tratto distintivo ancora oggi. Vedere Alan Shearer calciare un pallone a bordo piscina e poi correre con il braccio teso ha fatto tornare indietro negli anni molti tifosi e appassionati di calcio inglese. Shearer è stato e sarà uno dei simbli del calcio d'Oltremanica per quello che ha fatto in campo e per le scelte che ha fatto durante tutta la sua carriera.

Era il 9 aprile del 1988 quando un attaccante di talento è riuscito a diventare il più giovane giocatore a segnare una tripletta nella storia della Premier League. L'avversario era l'Arsenal e i tifosi rimasero a bocca aperta alla visione di un ragazzino di 17 anni che stava sbeffeggiando la loro difesa. Questa fu stata la prima sensazionale apparizione da titolare di Alan Shearer. Il suo progresso è stato altrettanto brillante per uno dei migliori attaccanti in inglese di tutti i tempi. Proviamo a riavvolgere il nastro e riviviamo insieme alcuni momenti della grande carriera del miglior realizzatore nella storia della Premier League.

Gli inizi e il passaggio al Southampton

Alan ha iniziato a giocare a calcio da ragazzino e vinse il torneo “St James Park" con la squadra della sua scuola prima di andare al Wallsend Boys Club (club di calcio giovanile con sede a Wallsend, North Tyneside, molto noto per la produzione di calciatori professionisti). Tuttavia, le qualità di Shearer colpì Jack Hixon, osservatore del Southampton, che gli propose un provino. Shearer superò il test e il Southampton gli offrì subito un contratto. Tuttavia, egli non voleva lasciare il nord e la sua amata città, ma prima di tutto, è stato il suo desiderio di diventare un calciatore. Così ha lasciato la sua famiglia e gli amici per trasferirsi a sud e firmare con Southampton nell'aprile 1986.

La favola Blackburn

Nell'estate del 1992, tutti stavano cercando di trovare la destinazione successiva di Alan Shearer, che stava per essere trasferito in un altro team. Tutte le squadre del Regno Unito avevano un grande interesse per lui e Sir Alex Ferguson era un suo grande fan. I vertici del Southampton accettarono l'offerta del Blackburn di 3.600.000 sterline, una cifra stratosferica per quegli anni.

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Quando a distanza di anni gli chiesero perché avesse scelto il Blackburn, la sua risposta conteneva solo tre nomi: "Kenny Dalglish, Ray Harford e Jack Walker". I primi due erano gli allenatori del Blackburn e il terzo era il proprietario del club. Formò un duo immortale con Chris Sutton, la famosa SAS (acronimo di "Shearer And Sutton"), e insieme portarono la squadra alla vittoria del titolo nel 1995, il terzo della sua storia. In quella stagione venne votato “Giocatore dell'anno” anche per i suoi 34 gol in 42 gare disputate.

La prima stagione segnò 16 gol in 21 gare, la seconda 31 in 40 e la terza fu quella dello storico titolo. Shearer e Dalglish riuscirono a riportare alla vittoria il Blackburn dopo 81 anni. Si tratta dell'unica vittoria in carriera per il centravanti di Gosforth.

Il ritorno a Newcastle

Il Blackburn iniziò piano piano ad affievolirsi anche per l'addio di Kenny Dalglish e della condizione finanziaria. Sir Alex Ferguson cercò in tutti in modi di portare Alan a Manchester offrendo 12.000.000 sterline e il cartellino di Andy Cole ma per lui c'era una sola squadra di approdo in quel momento: il Newcastle. Shearer tornò a casa per la somma di 15 milioni di sterline e divenne il trasferimento più costoso nella storia del calcio britannico fino a quel momento. Il Newcastle migliorò la sua rosa e sembrava pronto a vincere il titolo nel 1996, ma il titolo non arrivò. Un ruolo importante per la sua scelta, oltre all'amore per la squadra, lo giocò Kevin Keegan, che nel 1996 era il tecnico del Newcastle: prima di firmare Alan parlò faccia a faccia con l'ex stella del calcio britannico, e tanto bastò.

https://www.youtube.com/watch?v=XO7qbKlvnOM

Alan Shearer era adorato ogni giorno di più a Newcastle. Il rapporto tra lui e i tifosi fu straordinario fin dal primo giorno, quando i tifosi lo hanno accolto al di fuori di St James Park cantando: “He’s coming home, he’s coming home, he’s coming, Shearer’s coming home”.

La Nazionale

Con la maglia dei Tre Leoni ha collezionato 63 presenze segnando 30 gol, come Nat Lofthouse e Tom Finney, ed è al quinto posto nella classifica dei marcatori inglesi di tutti i tempi. Ha partecipato agli Europei del 1992, 1996 e 2000, e ai Mondiali del 1998.

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I record

Alan Shearer è stato il giocatore più costoso nella storia del Blackburn ed è il più giovane calciatore nella storia della Premier Leauge ad aver realizzato una tripletta nella partita con l'Arsenal (1988). E' il capocannoniere nella storia del Newcastle con 206 reti riuscendo a superare nel suo ultimo anno di attività la leggenda del club, Jackie Milburn, che si fermò a 200 gol. Shearer in carriera ha totalizzato 379 reti in 733 partite. Un centravanti vero che alcuni inglesi definivano un “marcatore”, non per la sua nota capacità di andare in gol, ma per come riusciva a tenere fisicamente a bada il difensore addetto alla sua marcatura. Un vero osso duro.

https://www.youtube.com/watch?v=dK4wFKYtipo

L'unico neo della sua carriera è la retrocessione dei Magpies in Football League Championship: il 31 marzo 2009 venne ingaggiato come allenatore della sua squadra del cuore in sostituzione di Joe Kinnear ma la sua grinta non bastò per rimanere in Premier. Questa fu l'ultima avventura calcistica dell'ex bomber bianconero.

Alan Shearer non ha ancora perso il tocco e la precisione di un tempo e quando il figlio ha girato il video a bordo piscina, caricandolo successivamente sul suo account Twitter, sapeva già che avrebbe emozionato migliaia di calciofili di tutto il globo. Sbilanciato, da terra, al volo, da fermo, gli bastava vedere la palla varcare la linea e allora la corsa con il braccio alzato partiva in automatico. Un modo di esultare che sarà anche antico ma ormai è un marchio di fabbrica unico e inimitabile.

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