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Tecnico insulta arbitro donna: “Datti ai fornelli”, squalificato per 7 mesi

Sette mesi di squalifica per l’atteggiamento violento ed irriguardoso nei confronti di un arbitro donna, insultata con una “vergognosa espressione di inciviltà”. E’ la sanzione che il giudice sportivo ha inflitto a un allenatore di una squadra di Seconda categoria veneta che aveva invitato il fischietto a dedicarsi alle faccende domestiche…
A cura di Maurizio De Santis
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Sette mesi di squalifica per aver insultato un arbitro donna. E' la sanzione che il giudice sportivo ha inflitto a un allenatore di una squadra di Seconda categoria che, nella giornata dedicata alla sensibilizzazione contro la violenza sul sesso femminile, perde le staffe per le decisioni del direttore di gara e lo apostrofa con toni e parole fuori luogo. "Vergognosa espressione di inciviltà", è questa la motivazione contenuta nel verdetto che censura quello spiacevole episodio sessista avvenuto nei confronti di Sara Semenzin, 19enne arbitro della sezione di Castelfranco Veneto.

Cosa è successo. Teatro della scena è il Girone G della Seconda categoria veneta: sul rettangolo verde ci sono il Marchesane e Real Stoppari che ha in panchina l'allenatore James Roggia. Sarà lui il protagonista delle proteste accese nei confronti del direttore di gara con tanto di espulsione rimediata per l'atteggiamento indisciplinato. Cosa ha combinato di così grave? Trascinato dall'agonismo, il tecnico del Real Stoppari si rivolge all'arbitro donna e la invita (si fa per dire…) a cambiare mestiere, a posare il fischietto e a piegare la divisa nel cassetto per dedicarsi ad altro tipo di faccende… preferibilmente domestiche, suggerendole di “darsi ai fornelli la domenica”.

Per questa espressione il giudice sportivo ha ritenuto che James Roggia dovesse essere punito con una sanzione esemplare: sette mesi di squalifica e arrivederci a giugno del 2019. Fino allora non potrà mettere piede sul campo scontando “l'atteggiamento violento ed irriguardoso nei confronti della direttrice di gara”. A pagare le conseguenze di quel momento di nervosismo non è stato solo l'allenatore ma anche le due società, con quale motivazione? Secondo il giudice sportivo nulla fecero per evitare che la situazione trascendesse compresi gli insulti del pubblico nei confronti della ragazza.

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