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Tavecchio, ceffone alla Juve su Calciopoli

Il presidente federale duro: “Non capisco perché insista nella richiesta di risarcimento”, poi attacca: “Se applicassimo il regolamento in modo rigido, si iscriverebbero in Serie A solo cinque squadre”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Dieci anni dopo, si torna a parlare di Calciopoli: lo scandalo che travolse, o forse è meglio dire "sconvolse", l'intero panorama calcistico italiano. Sei squadre coinvolte tra A e B, con la Juventus che perse due scudetti (quello 2004/2005, revocato e non assegnato ad alcuna squadra, più quello 2005/2006 appena vinto ed assegnato all'Inter arrivata terza in quanto anche il Milan, secondo classificato, fu penalizzato) e si vide retrocessa d'ufficio in Serie B (ma il verdetto fu clemente: i bianconeri rischiarono la radiazione, ed anche i punti di penalità, inizialmente fissati in 30, furono ridotti a 9).

Una mazzata che la Vecchia Signora, inizialmente, accolse anche bene: la linea "politica" bianconera prevedeva la distensione, visto anche il purgatorio della Serie B durò appena un anno e che molti calciatori strapagati furono velocemente ceduti permettendo al club di avviare una politica di risanamento del bilancio (linea, quest'ultima, sottolineata anche da Boniek in un'intervista telefonica). Ma la nomina di Andrea Agnelli come nuovo presidente (19 maggio 2010) ha sancito un cambio di rotta: la società bianconera ha infatti impugnato la sentenza, prima in maniera provocatoria, ribadendo che i due scudetti revocati sarebbero stati comunque conteggiati nel computo dei campionati vivi, e poi alzando la posta portando avanti una richiesta di maxi-risarcimento alla Federazione che ancora oggi è un terreno di scontro tra FIGC e Juventus.

Sulla vicenda è di recente intervenuto anche il Presidente federale Carlo Tavecchio, che da Monza ha lanciato una stoccata al club bianconero. "Calciopoli è stata una mazzata, e mon capisco perché la Juventus insista con questa richiesta di risarcimento danni alla Federazione. E' una lite temeraria", ha detto Tavecchio. Parole che susciteranno forti polemiche nell'ambiente bianconero, che si appresta a festeggiare il quinto scudetto consecutivo ed il 32esimo "ufficiale". Ma Tavecchio ha parlato anche dello stato di salute del calcio italiano.

Tavecchio: "Solo cinque squadre potrebbero iscriversi in A"

"Se applicassimo il regolamento in modo rigido", ha aggiunto, "solo cinque squadre potrebbero iscriversi in Serie A. La mia idea è nota da tempo: diciotto squadre in Serie A, venti in Serie B, e due gironi da venti squadre l'uno in Lega Pro". Insomma, una riforma dei campionati totale, che potrebbe evitare sia il triste fenomeno di squadre che non riescono ad iscriversi alla Lega Pro (fino a pochi anni fa scorporata in due divisioni da quaranta e sessanta squadre, per un totale di cento squadre a fare da "cuscinetto" tra Serie B e Serie D), e dall'altra renderebbe più snello il calendario di A e B, attualmente "bloccato" da una marea di appuntamenti che rende difficile anche trovare spazio per la Nazionale. "Dobbiamo fare di tutto per avere campi senza barriere", ha poi specificato, "e se qualcuno invade il terreno di gioco, lo si manda in galera. La violenza è un problema enorme anche nei dilettanti, ma tutto ha un perché: in Italia manca la cultura sportiva", ha concluso Tavecchio. Che dopo l'Europeo, dunque, avrà il suo bel da fare per trovare la cosiddetta quadratura del cerchio.

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