Tatuaggi come anatemi, l’Iran medita sanzioni per Dejagah e Azmoun

I tatuaggi della discordia. Sul tavolo della Federcalcio iraniana (la FFI) è arrivato il caso dei calciatori della Nazionale Ashkan Dejagah (gioca in Qatar nell'Al Arabi) e Sardar Azmoun (tesserato per il Rostov), entrambi rischiano una sanzione molto severa per quei disegni vergati sulle braccia e considerati intollerabili. Vanno tolti e basta, non c'è possibilità di mediazione. Cosa c'è di così scandaloso? Nulla di particolare, a prima vista, ma dal Palazzo hanno fatto sapere che quel vezzo rappresenta "un'invasione culturale occidentale che minaccia i valori islamici", una sorta di cattivo esempio per i più giovani che vorrebbero emulare quella moda molto diffusa tra gli sportivi e in particolare tra i giocatori. La vicenda è scoppiata in occasione della gara amichevole che l'Iran ha disputato contro l'India: Dejagah e Azmoun, a differenza dei compagni di squadra, avrebbero dovuto indossare una divisa a maniche lunghe per occultare i tatuaggi. Così non è stato, al punto che l'esultanza di Azmoun (autore della rete del vantaggio) ha acquisito un rilievo maggiore e fatto storcere il naso alla federazione. Entrambi dovranno comparire dinanzi alla commissione etica e, solo se riusciranno a fornire una giustificazione plausibile al collegio disciplinare, potranno evitare una multa saluta oppure decisioni più severe.
Da Beckham a Messi, quando il tatuaggio è un cult
L'ex campione del Manchester United e della nazionale inglese ne ha oltre 40 sul proprio corpo. L'ultimo della serie è quello dedicato a suo figlio Brooklyn. Quanto alla Pulce blaugrana, oltre alle ‘manine' del figlio Thiago spiccano due disegni sul braccio destro: il volto di Cristo che campeggia sul deltoide e un particolare della Cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona.