Tare sfida la Juve a suo modo: “Hanno potere economico e controllano il mercato”
Igli Tare attende la sfida della Juventus come un cacciatore la preda. La posta in gioco è alta, c'è in palio la conferma di essere entrati tra le grandi, un giro ristretto, d'elite. La Lazio è pronta, l'Olimpico è pronto, il popolo celeste è pronto. Ma anche i bianconeri di Allegri, che difendono il titolo da sei anni e si stanno confermando come la potenza italiana più forte e concreta in assoluto.

Per il ds della Lazio però c'è spazio per fare l'impresa, per spezzare un'egemonia che si è vista in campo – i risultati lo confermano – ma che si percepisce nell'aria nell'antico motivetto della "sudditanza psicologica" che per Igli Tare si è semplicemente trasferita ma non si è cancellata. Semplicemente oggi è più palpabile sul mercato mentre tempo fa – pre Calciopoli – era presente sul campo.
Il potere Juve, ieri sul campo oggi sul mercato
Illazioni, uno spirito anti-Juve, un modo provocatorio per presentarsi alla sfida dell'Olimpico. Tare sciorina però alcuni episodi passati e presenti per spiegare il proprio pensiero, di certo condiviso da chi della Juventus è avversario e che oggi – all'indomani della vittoria polemica in Coppa Italia con un rigore più che generoso – pensa ancora ad una trama oscura della Vecchia Signora.
Contro la Juve ho segnato e vinto una volta sola: 2-0 Brescia nel 2002, 7′ di recupero, mai visto. Mazzone urlò: Che è sta roba? e il quarto uomo: Mi vergogno, ma scrivo i minuti che mi dicono. Il potere Juve lo avvertivi come oggi avverti che hanno i mezzi per controllare il mercato italiano, la loro politica aggressiva sui giovani di prospettiva
Il braccio destro di Lotito
Parole pesanti come macigni per un direttore sportivo delle società più importanti d'Italia. Un ruolo delicato e importante soprattutto nella Lazio dove il presidente Lotito non è uomo dai facili accomodamenti. Tare con il lavoro, la serietà e il sacrificio si è guadagnato la fiducia di uno dei patron più vulcanici della Serie A, diventandone lo scudiero designato. Soprattutto nel prospettare acquisti e cessioni, lavorare sul mercato dove – ecco la Juve che ritorna – il monopolio è altrove, ma non si cede di un millimetro.
Il contrasto politico Lotito-Agnelli è lampante. Ma con Paratici non ho e non ho avuto problemi: Inzaghi? Non mi dà fastidio sentire le voci che lo accostano alla Juve. E' naturale, ci sta: ma devono ancora succedere cose e passare un paio di anni".
Il passo falso: non aver preso Pastore
Così la Lazio negli anni è cresciuta fino a diventare una certezza italiana. Per Tare non sono mancati i colpi a vuoto, ma molti sono andati a segno. Come De Vrij oggi sulla bocca di tutti e come Milinkovic-Savic preso a due lire e adesso con il cartellino da Top Player. Eppure, in passato, anche il ds laziale ha fatto qualche errore, come essersi lasciato scappare un giovanissimo Pastore.
Simonian mi fece avere il dvd del ragazzo prima di molti altri, dissi “Top”. Ma due agenti mi fecero credere che lui non c’entrasse con il ragazzo. C’entrava eccome, da allora diffido di certi agenti