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Taranto, dopo le minacce anche l’aggressione fisica ai calciatori

Taranto nel mirino della frangia più violenta della tifoseria. Dopo le minacce rivolte al direttore sportivo, al quale sono stati recapitati una testa di agnello mozzata e un messaggio minatorio, mercoledì sera c’è stata l’aggressione a due calciatori. “Due malintenzionati non ancora identificati – si legge nella nota del club – hanno usato violenza nei confronti dei calciatori Salvatore Pelliccia e Antonio Ferrara”.
A cura di Maurizio De Santis
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Dopo la minaccia sono passati alle vie di fatto. Dopo la testa di agnello recisa e recapitata con tanto di "biglietto" d'avvertimento rivolto al direttore sportivo del Taranto (Vincenzo De Santis), questa volta sono stati i calciatori a finire nel mirino della frangia più violenta del tifo pugliese. I fatti risalgono a mercoledì sera e solo oggi si è venuto a conoscenza di quanto accaduto: è stata la stessa società che gioca in Serie D (Girone H) a denunciare con un comunicato l'aggressione ai danni di alcuni giocatori.

Due malintenzionati non ancora identificati – si legge nella nota del club – hanno usato violenza nei confronti dei calciatori Salvatore Pelliccia e Antonio Ferrara. Soltanto il buon senso dei due ragazzi ha evitato che il fatto degenerasse. Condanniamo tutte le forme di violenza che, nell’ultimo periodo, stanno oltraggiando, sotto diverse forme, tutti gli addetti, tesserati e non.

Perché tanta rabbia nei confronti della squadra? Il motivo è da ricercare nel trend di rendimento e di risultati che ha rallentato la marcia promozione del Taranto. Due sconfitte contro Foggia e Team Altamura in campionato hanno aggiunto zavorra alle ambizioni e alimentato delusione: la situazione non è compromessa ma la posizione in zona playoff scricchiola (il Casarano ha agganciato i rossoblù al quinto posto a quota 38 punti) e il prossimo match casalingo (contestualmente allo scontro diretto tra lo stesso Casarano e i "satanelli") può riassestare la classifica.

Il manichino impiccato allo stadio. Prima dei due fatti di cronaca, era stato il presidente Massimo Giove a essere duramente contestato. Anche in quell'occasione i tifosi non si limitarono a inveire e a fare cori allo stadio: nei pressi dello "Iacovone", infatti, fu trovato un manichino con una corda al collo e scritte offensive contro l'allora direttore sportivo, Gino Montella.

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