SV Robinhood, i padri caraibici del calcio olandese
Dà ai poveri, ma darà soprattutto ai ricchi. È il destino dell'SV Robinhood, la squadra più titolata del Suriname. È anche da qui, da questo piccolo club di Paramaribo, che nasce la fortuna del calcio olandese. La storia della squadra che ha cambiato la storia calcistica di una nazione inizia il 6 febbraio del 1945. Perché il primo presidente, J.Nelom, abbia chiamato la squadra come lo sceriffo di Nottingham è una di quelle domande destinate a rimanere senza risposta. Di sicuro, la squadra aiuta i più poveri della capitale. Gioca infatti i primi anni nella Tweede Klasse, un campionato in cui tutti scendono in campo scalzi, perché non ha i soldi per comprare le scarpette ai suoi calciatori. E di sicuro la ricca Olanda verrà a pescare a Paramaribo. Qui sono nati Clarence Seedorf, Edgar Davids and Jimmy Floyd Hasselbaink. Qui, al Robinhood, hanno giocato Kenneth Kluivert, il padre di Patrick, per molti il miglior giocatore nella storia del club, e Herman Rijkaard, il padre di Frank.
I primi titoli – Un paio di anni dopo la fondazione, al Robinhood arrivano una dozzina di paia di scarpe. È il preludio alla promozione in Eerste Klasse. È una squadra ricca di talenti, che si guadagna il nome di Geen Strijd, Geen Kroon (niente lotta, niente gloria). È anche la prima, in tutta la nazione, a dotarsi di una clubhouse, aperta il 10 maggio 1953, l'anno del primo titolo, arrivato grazie al 5-0 sui grandi rivali del Transvaal. Ne sarà aperta un'altra, di clubhouse, nel 1980: è la più moderna dell'epoca, e i tifosi non gradiranno la decisione di venderla agli inizi del 2000, quando diventerà la sede del partito "Democratisch Nationaal Platform 2000" dell'ex Jules Wijdenbosch. È un passaggio obbligato per finanziare la costruzione del nuovo stadio. In panchina, Jule Gersie costruisce un piccolo miracolo, in campo brillano le stelle di Charly Marbach e soprattutto di Humphrey Mijnals, il calciatore surinamese del secolo.
Mijnals cambia la storia – C'è una foto che racconta l'icona Mijnals, il primo giocatore arrivato dal Suriname a indossare la maglia della nazionale olandese. È uno scatto del 1960, pubblicata da Sport- en Sportwereld, che ora non esiste più da tempo. Si vede il portiere a terra e Mijnals, che milita nell'Elinkwijk, a Utrecht, in volo, quasi perfettamente orizzontale, che in rovesciata allontana la palla dalla porta. “Noi difensori olandesi all'epoca non avremmo mai fatto qualcosa di simile” racconta Hans Kraay, che gioca per un altro club della città, il DOS. “Mijnals sembrava un brasiliano”. Mijnals sopporta qualche insulto razzista: Abe Lenstra, quinto miglior marcatore di tutti i tempi della nazionale olandese cui è dedicato lo stadio dell'Herenveen, gli grida una volta “Sporco negro, tornatene a casa”. Ma all'Elinkwijk, Mijnals si trova sempre meglio. Anche perché via via arrivano suo fratello Frank, il suo grande amico Michael Treetop, un attaccante fulmineo, e Charlie Marbach. Nella primavera del 1960, Mijnals gioca per la prima volta con la nazionale olandese. È il 3 febbraio, lo Stadio Olimpico di Amsterdam è pieno. L'associazione di tifosi dell'Elinkwijk ha organizzato 32 autobus per la trasferta. L'Olanda vincerà 4-2, e alla fine della partita i tifosi invadono il campo e lo portano in trionfo. Giocherà solo altre due volte in nazionale, contro il Belgio e proprio contro il Suriname. Ma bastano per portare l'ex colonia nella geografia del pallone e cambiare il calcio olandese, che scopre l'arte e la genialità del Sudamerica.
Arriva l'Ajax – L'epoca d'oro del Robinhood coincide con gli anni Settanta e Ottanta: tra il 1971 e il 1989, vince 13 volte il campionato e arriva quattro volte in finale della CONCACAF Champions’ Cup, la Coppa dei Campioni del Centro America. Ma viene sempre battuta: nel 1976 dall'Aguila, la squadra più titolata di El Salvador; l'anno successivo dalle Aquile del Club America; nel 1982 dai Pumas e nel 1983 dall'Atlante. È il frutto della gestione di Ronald “Ro” Kolf, uno dei migliori allenatori nella storia del calcio surinamese. Kolf aveva anche giocato nel Robinhood, segnalato dallo scout Andre De Vries, ma era stato allontanato dopo tre anni per contrasti con il tecnico. Passato ai rivali del Transvaal, ma con gli stessi problemi, decide di studiare da coach. Comincia con le giovanili del Transvaal e vince il titolo senza perdere nemmeno una partita, poi passa alla prima squadra e vince ancora, nel 1967 e 1968. Il primo giorno del 1969 firma con il Robinhood. E il resto è storia.
L'Ajax in Suriname – Il 12 gennaio del 1982, poi, è una di quelle date che non si dimenticano. A Paramaribo, per sfidare il Robin Hood, arriva l'Ajax. È l'ultima amichevole del tour invernale dei Lancieri, organizzato dal board della Nederlands Antilliaanse Constructie Maatschappi, la compagnia di costruzioni delle Antille olandesi. Nell'amichevole precedente, contro il Transvaal, Cruijff si è infortunato al ginocchio e non sarà della partita. È un giorno decisamente particolare per Frank Rijkaard. Papà Harry, attaccante dal destro potente, ha vinto due titoli con il Robin Hood, nel 1955 e nel 1956, nella Hoofdklasse, mentre si manteneva come libraio per la Kersten & Co., prima di passare nel campionato professionistico olandese al Blauw-Wit di Amsterdam, i rivali cittadini dell'Ajax. “Sono riuscito a far visita a mio nonno, ai miei zii e agli altri miei familiari rimasti qui. Ho avuto a disposizione solo tre ore, ma sono bastate per assaggiare molti dei piatti tipici del Suriname. Penso che sapessero quanto mi piaccia il buon cibo, perché me ne hanno preparato moltissimo” dirà Rijkaard, che si concede anche un giro turistico per la capitale. “All'inizio Paramaribo non mi è sembrata granché. Ma poi se guardi meglio, vedi zone molto belle, con le case molto curate, e una natura spettacolare che adoro. La differenza con l'Olanda la noti subito. Qui è tutto più rilassato, la vita è meno stressante”. Anche Gerald Vanenburg ha i genitori surinamesi e una serie di orgogliosi familiari a Paramaribo, che possono ammirarlo per la prima volta dal vivo e vederlo anche intervistato dalla tv nazionale. Il Robinhood parte all'attacco, a spron battuto. Giocano a ritmo furioso, e alla lunga finiscono per pagare la troppa foga. Alla mezz'ora, è proprio Vanenburg a sbloccare il risultato. Quattro minuti dopo Lerby su rigore completa il 2-0. Non c'è il lieto fine che il Robinhood sognava. Ma i ricchi olandesi, l'Ajax della generazione d'oro degli anni Novanta, non può che riconoscere il debito di gratitudine verso l'ex colonia. E verso una squadra che ha cominciato senza nemmeno i soldi per comprare le scarpe da calcio.