Supercoppa Italiana: 3 flop e 3 top di Juventus e Milan

Supercoppa di Doha giocata alla pari dalle due squadre. Primo tempo a favore della Juventus, ripresa di marca rossonera. Una sfida che ha confermato come i rossoneri sappiano tenere testa agli juventini, segno che il lavoro di Montella sulla testa dei propri giocatori stia dando frutti importanti. I rossoneri pagano da un punto di vista tecnico, ma reggono con il carattere e la voglia di protagonismo. Uniche pecche, la serata no di Bacca e i primi 30 minuti regalati agli avversari. In casa Juve, applausi sfrenati per Dybala che fanno dimenticare le pessime prestazioni di Higuain e Pjanic, deludenti su ogni fronte. Ecco, i flop e top biancorossoneri per una finale non certo memorabile.
3 Top Milan
Muro Donanarumma – La solita garanzia rossonera è di Gigio Donnarumma autore di un primo tempo quasi impeccabile. Se fosse arrivato anche sul tiro di Chiellini sarebbe stato mostruoso. Quando la gara è ancora inchiodata sullo 0-0 è monumentale nel salvare la propria porta dalla precoce capitolazione. Poi, ‘ordinaria' amministrazione fatta di attenzione (anche sul dribbling thrilling su Sturaro), uscite importanti e sempre una sicurezza (su Kedhira nella ripresa) che è quasi impossibile pensare che un diciassettenne possa avere in una finale a Doha di Supercoppa italiana.
Suso e Bonaventura ti mettono le ali – Quando il Milan comincia a macinare ci si accorge che lo fa grazie alla marcia in più che riesce ad avere sulle vie esterne dove ha qualità importanti. Finché Bonaventura e Suso restano imballati ecco che la manovra non esiste. Non ci sono giocatori capaci di fare la differenza, con tanta quantità e poche soluzioni. Quando Suso e Bonaventura crescono, il Milan si riprende e inizia a mettere alle corde la Juventus. Non a caso, il pareggio arriva proprio quando le ali volano.
Montella, prova superata – Alla lunga il Milan ha confermato di essere l'avversario che la Juventus teme di più. Dopo un avvio pessimo Montella è riuscito a far prendere le misure ai bianconeri. Paga una qualità inferiore, meno esperienza, un giorno in meno a Doha. Tutti elementi che incidono ma è anche riuscito a dare alla squadra quelle convinzioni da grande gruppo che possono fare la differenza. Una prova di maturità superata a pieni voti dal neo tecnico rossonero. Che può fare davvero bene in un progetto a lungo termine.
3 Top Juventus
Chiellini, eterno goleador – In una difesa in cui i senatori perdono i pezzi, Giorgio Chiellini c'è ed è ancora decisivo in un momento fondamentale dell'ennesima finale da disputare. E vincere. Suo il gol che apre la gara e spezza gli equilibri. No ndi Higuain, Pjanic o Mandzukic: è il numero tre bianconero a forare Donnarumma, a far gioire il popolo bianconero, a mettere l'ennesimo sigillo personale su una gara decisiva.
Una Joya infinita – E' l'unico cambio che Allegri fa per volontà propria e non per motivi legati a infortuni (come per Sturaro e Alex Sandro). L'argentino non avrà 90 minuti nelle gambe ma ha tanto sale in testa da cambiare il volto della squadra nella mezz'ora finale regalando giocate, tiri, assist a ripetizione. Un top player, di un altro livello con la Juventus che col tridente in campo alza il baricentro e mette spesso alle corde la difesa rossonera.
Buffon c'è – Come la pubblicità della birra, anche Buffon c'è. E si vede. Solo una volta, ma basta. Il portierone di Juventus e Nazionale salva tutto il salvabile a metà secondo tempo quando Bacca schiaccia di testa e chiude a rete una palla già in porta. Peccato che il n.1 bianconero si esalti e sventi il pericolo. Salvando la Juve e il risultato che resta in perfetta parità.
3 Flop Milan
Un approccio da provinciale – Il Milan inizia il match con la testa in Italia. Colpa del jet-lag e di un aereo arrivato 24 ore dopo? Forse, di certo è che l'approccio iniziale mostra una squadra che non c'è, ovunque. Il solo Donnarumma tiene a galla la barca rossonera, gli altri 10 giocatori vagano per il campo a fare il torello davanti ai passaggi bianconeri. Il black-out dura quasi mezz'ora, troppo, da regalare all'avversario. Lontanissimi i tempi in cui il Milan le finali le gestiva dal 1′ al 90′.
Centrocampo tutto muscoli e senza qualità – Non c'è qualità in mediana e il Milan ne soffre sempre e comunque. Se sui lati e in avanti i piedi e la testa girano a pieno regime, in mezzo al campo si paga dazio. Kucka e Bertolacci sono troppo macchinosi, la palla è toccata sempre una volta di troppo. Locatelli c'è ma ha 20 anni, nessuna esperienza e invece di dargli tranquillità lo si mette in agitazione senza trovare conforto nei compagni di reparto.
Bacca stecca – Carlos Bacca aveva l'occasione d'oro per togliersi più di una soddisfazione. Abituato a scenari internazionali col Siviglia e capace già di decidere le finali, a Doha si è giocato la chance migliore. Ha vinto il ballottaggio con Lapadula, ma non ha inciso per nulla. Nel primo tempo il colombiano è scivolato nell'anonimato, senza mai incidere. Nella ripresa ha fatto qualcosina di più ma mai senza convinzione. Unico ricordo: il colpo di testa che ha esaltato Buffon
3 Flop Juventus
Mal di testa – Il pareggio del Milan arriva sull'ennesima azione avversaria con cross al centro e colpo di testa in porta. Che supera Buffon. Un film già visto tante, troppe volte durante la stagione. Quello segnato alla Juve nella finale di Doha da parte di Bonaventura è il settimo gol che i bianconeri subiscono sul gioco aereo. Evidente sintomo di distrazione e sufficienza in area di rigore. Una pecca che pesa sulla dinamica delle partite e su cui ALlegri deve lavorare moltissimo.
Pipita senza attributi – 45 minuti di assenza ingiustificata. Il Pipita non dimostra gli attributi nel bis di Doha: è a fianco di Mandzukic, è coadiuvato da Pjanic ma non c'è. La difesa rossonera se lo dimentica spesso e volentieri senza subirne le conseguenze. Un primo tempo inutile e al 60′ le statistiche raccontano di nessuna palla giocata nell'area avversaria. Dove l'argentino non si distingue mai per un tiro, un passaggio, una giocata delle sue. E la Juventus ne risente perché nel momento di finalizzare manca il terminale a cui affidare la palla giusta.
Il fantasma di Miralem – Pjanic è uscito per scelta tecnica di Allegri. E ha decretato una piccola bocciatura per l'ex Roma che non ha mai dato quel quid in più finché è rimasto in campo. Aveva l'occasione per prendersi la Juventus e una coppa, è uscito a testa bassa confermando che le scelte dell'allenatore fossero quelle giuste: uscito lui e con la Joya in campo la Juventus è cambiata. In meglio.