Super League al via: 6 milioni di spettatori, 450 spesi nel mercato e una parata di stelle

Mercato chiuso, ora si gioca. Anche in Cina, dove sta per partire la Super League più avvincente di sempre perché mai come in questi ultimi mesi, il calcio asiatico ha fatto incetta di campioni (ed ex) provenienti da tutto il globo, dal Sudamerica all'Africa, dall'Europa all'Asia. Da ogni dove si è detto sì agli yen della nuova mecca del calcio internazionale che ha voglia di crescere in fretta e bruciare le tappe. Il campionato in sè è ancora tecnicamente modesto, la qualità soprattutto dei giocatori autoctoni è bassa ma l'intento è quello di migliorare anche e soprattutto nella qualità. Non è un caso che oltre ai giocatori, siano stati ingaggiati anche i tecnici (13 su 16 sono stranieri) provenienti dall'Europa perché insegnino calcio a tutti.
Pronti, via – Si parte. Da oggi il mercato è solamente un capitolo chiuso, anche in Cina e la Super League apre i battenti. Al via tante squadre, moltissimi giocatori, tanti sconosciuti e una enorme curiosità attorno alla nuova frontiera del calcio che ha giurato di poter riuscire a vincere i Mondiali edizione 2050. Lontani ma non troppo visto che in un paio di anni, proprio la Super League ha cambiato pelle e forma: molti giocatori stranieri hanno detto sempre più spesso ‘si' agli yen e insieme a loro i tecnici in cerca di successi e conferme.
Tutela per i giocatori cinesi – Non è facile districarsi in un groviglio di nomi quasi impronunciabili e squadre quasi improponibili, ma anche il campionato cinese ha deciso di preservare la propria identità. Non solo si sta studiando ad un salary cup per evitare ingaggi sempre più costosi e senza freno ma si è deciso di porre una limitazione anche per il numero di stranieri che ogni club può schierare: 4 stranieri più un giocatore asiatico, ma solo 3 potranno scendere in campo, con l’obbligo di un under 23 cinese fra i titolari.
Movimento in crescita – Anche il numero di spettatori totali è oramai rilanciato verso l'alto: nel 2016 sono stati 5,8 milioni, con una media di oltre 24 mila a gara. Un salto enrome rispetto alla stagione precedente visto che nel 2015 erano oltre mezzo milione di meno. Tra i club più in voga c'è ovviamente il Guangzhou, società campione in carica da 6 anni, che vale da solo circa 270 milioni.
Mercato e deficit – Ovviamente ha tenuto spesso banco il mercato proveniente dalla Cina soprattutto in entrata. Il calciomercato cinese ha superato i 450 milioni di euro di spese ed è ormai il 5° al mondo incassando poco visto che i club cinesi chiudono con 352 milioni di deficit. Ma i nomi ci sono: il 2016-17 ha visto arrivare i brasiliani Oscar (60 milioni) Hulk (55) e poi Pato (18 milioni), il nigeriano Ighalo (23), Witsel (20), il nostro Pellé (a 15), lo spagnolo Soriano (10) con compensi che spesso hanno fatto gridare allo scandalo come i 38 milioni annui per Tevez o i 25 circa di Oscar.
La babele del calcio – Oltre ai giocatori cinesi di origine, comunque, gli stranieri sono una miriade e arrivano da tutte le parti del Mondo. 22 brasiliani , 11 sudcoreani, 5 nigeriani, un’altra decina d’africani e una decina d’europei, fra cui il nostro Pellé.