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‘Suonarle’ agli avversari, suonare uno strumento: 5 calciatori musicisti

Da Lapadula a Osvaldo, ecco alcuni dei giocatori più importanti del panorama calcistico internazionale a dividersi fra mondo del football e quello della musica.
A cura di Salvatore Parente
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Il gioco del calcio è una disciplina straordinaria che unisce concentrazione, atletismo, tattica, coordinazione e tanti altri elementi che emergono in un perfetto contesto di squadra in un ben congegnato piano partita. Le individualità, infatti, vengono fuori soprattutto in quelle compagini organizzate dove, quasi come in una orchestra musicale, ognuno sa cosa deve fare eseguendo, grazie ai consigli di un impeccabile maestro, un preciso spartito.

LapagolOk

Una partitura eccezionale che coinvolge tutti e mette in luce, con maestosi assoli, i talenti migliori in "squadra". E così un’azione ben congegnata, uno schema riuscito o qualche calcio piazzato ben giocato diventano una opera d'arte, una sinfonia che diverte il pubblico e manda in visibilio i tifosi. In questo costante accostamento fra due mondi apparentemente lontani ma spesso più vicini di quanto si possa immaginare, vediamo i calciatori che, oltre a "suonarle" in campo agli avversari, sono dei virtuosi musicisti al di fuori del rettangolo di gioco.

Lapadula, Chopin e la passione per la musica

Grintoso, determinato, dal forte temperamento, arcigno a tratti, cattivo sul campo non immagineresti mai che Lapadula con quella sua strenua voglia di lottare ami le melodie di Liszt, Chopin, Mozart e dei grandi compositori della musica classica. E invece, l'attaccante rossonero, nel tempo libero, si diletta col pianoforte, con quella passione per la musica trasferitagli dal padre che si porta dietro da sempre da quando era piccolo e che, ai tempi come oggi, si affianca al suo indiscusso amore per il football. Nonostante una carriera sbloccatasi tardi ed un profilo ancora tutto da costruire, che sia uno stadio, l'arena della Domenica Sportiva o il palcoscenico di un grande teatro, Lapadula non avrà timore del pubblico e si rivelerà, con i tasti di un piano o con un pallone fra i piedi, all'altezza della situazione.

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Leo Messi l’inaspettato Noel Gallagher

Leo Messi non smette di stupire e, fra i vari preziosi virtuosismi esibiti da sempre con un pallone fra i piedi su di un rettangolo di gioco, ce ne sono altri, un po' più riservati, che tiene in serbo per amici e compagni di squadra: i suoi accordi, i suoi arpeggi con la chitarra. Tanto che, la sua viscerale passione per lo strumento ed i suoi amati Oasis hanno posto le basi in passato per la fondazione di una tribute band, (che poi non ha avuto seguito) che potesse suonare le hit del gruppo inglese insieme ad altri compagni di squadra. Un'impresa mai partita e soltanto annunciata che comunque testimonia l'amore della "Pulce" per la musica e la sua chitarra.

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Osvaldo, il Johnny Depp del calcio che suona la chitarra

Appena 30enne Osvaldo sorprende tutti. Stavolta però i tifosi e gli appassionati del football non restano a bocca aperta per un pregevole pallonetto o per una sua magnifica rete in rovesciata ma per una decisione piuttosto estrema: il 9 italo-argentino si ritira dal calcio giocato per far parte di un gruppo musicale. Una scelta strana, naif, particolare ma che libera il “Johnny Depp del calcio” da tutti gli obblighi e i doveri morali che un professionista deve mantenere e seguire per restare al top per diversi anni. Così, il Barrio Viejo Blues diventa la sua "nuova squadra", il microfono e la chitarra, i suoi nuovi attrezzi e i pub spagnoli e argentini di provincia i suoi nuovi coloratissimi e caldi stadi.

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Alexi Lalas, il Cobain del soccer

Chi invece sembra aver affiancato ad una buona carriera da calciatore una altrettanto proficua professione da musicista è l’ex Padova Alexi Lalas. Il calciatore statunitense, noto al grande pubblico della Serie A per la sua avventura post mondiale Usa all’Euganeo nelle stagioni 1994/95 e 1995/96 (2 gol in 44 partite), con il suo look un po’ grunge alla Kurt Cobain dei poveri, è riuscito ad incidere ben 5 album musicali, tre con la sua band “Ginger”, partecipando, fra l’altro, ad un tour europeo di supporto ai più famosi connazionali degli Hootie & the Blowfish.

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Ruud Gullit, il reggae e la canzone anti-apartheid

Decenni prima dell’impresa di Osvaldo ed il suo Barrio Viejo Blues un altro grande calciatore poi arrivato nel nostro campionato decise non di abbandonare ma di unire pallone e musica, parliamo del milanista Ruud Gullit. Il centrocampista olandese, famoso per i suoi dreadlock, la sua sconfinata passione per il reggae ed il suo giovanile impegno civile incise, quando era al Feyenoord e poi al Psv, nel 1984 “Not the dancing kind”, un 45 giri in stile giamaicano e, nel 1987, il 33 giri SouthAfrica, registrato con i Revelation Time. Un brano per Nelson Mandela, bandiera dell’antirazzismo all’epoca del regime di Apartheid in Sud Africa che ottenne un grande successo. Oltre ad annoverare tanti trofei da calciatore ed allenatore quindi, l’olandese di Amsterdam ha avuto grande fama anche nel difficile ma entusiasmante mondo della musica.

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