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Stadi italiani sul modello inglese, la Lega di A si oppone

In discussione alla Commissione Bilancio della Camera l’emendamento presentato dal Governo.
A cura di Maurizio De Santis
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Modello anglosassone per gli stadi italiani, intesi come casa dello sport e luogo da vivere a prescindere dall'evento agonistico. E' questa la linea scelta dal Governo per la costruzione dei nuovi impianti. Tre i punti chiave dell'emendamento alla legge di stabilità in discussione alla Commissione Bilancio della Camera: semplificazioni procedurali; non sono previsti complessi di edilizia residenziale; 45 milioni di euro stanziati nel prossimo triennio dall'Istituto per il Credito Sportivo per la realizzazione delle opere; gli interventi devono essere realizzati ‘prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti o relativamente ad impianti localizzati in aree edificate'.

La procedura. Lo studio di fattibilità da presentare al Comune dove verrà realizzata l'opera ‘non può prevedere altri tipi di intervento – si legge ancora nel documento -, salvo quelli strettamente funzionali alla fruibilità dell'impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell'iniziativa e concorrenti alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio e comunque con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale'.

Beretta perplesso. "L'impianto è interessante, ma sull'assenza delle compensazioni economiche c'è un'incongruenza incomprensibile. Così rischiamo di peggiorare la legge esistente", è il commento del presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta.

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