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Squalifica Higuain: il Pipita come Maradona e De Laurentiis vuole la testa di Tosel

Il presidente del Napoli vuole la destituzione del Giudice Sportivo per la violazione del principio di riservatezza mentre l’avvocato Grassani prepara il ricorso con Higuain che potrebbe presentarsi dai giudici, come fece Diego nel 1984 dopo un’espulsione contro l’Ascoli. La tesi: “voleva proteggersi”. L’argentino: “Mi spiace per tutti ma non ho fatto nulla di male, non ho spinto l’arbitro e lui che è venuto verso di me”
A cura di Alessio Pediglieri
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L'espulsione di Higuain a Udine ha scatenato un vero e proprio putiferio nel mondo del nostro calcio. Al di là delle invettive e ironie sul web tra i tifosi delle diverse squadre – soprattutto i botta e risposta tra napoletani e juventini – c'è una sentenza pesantissima da digerire: 4 turni di squalifica comminati all'argentino dal Giudice Sportivo  Tosel. Ma non finisce qui: il Napoli ha già presentato ricorso con una tesi difensiva che dovrebbe ridurre le giornate almeno a tre; lo stesso Higuain vorrebbe presentarsi davanti ai giudici per spiegare le proprie ragioni mettendoci la faccia; lo stesso Tosel – che avrebbe confessato in uno scherzo su ‘Radio Marte‘ di aver anticipato a La Gazzetta il verdetto – rischia la destituzione. E in sottofondo, la sensazione a Napoli di essere incappati nell'ennesimo esempio di un sistema che tutela i soliti noti e possa compromettere la stagione del club e dello stesso Higuain.

De Laurentiis vuole la testa di Tosel

La sentenza del giudice sportivo – Il primo punto su cui si basa la rabbia partenopea è il metro di giudizio espresso da Tosel: Higuain secondo referto avrebbe "all'atto dell'espulsione, rivolto all'Arbitro un'espressione ingiuriosa e compiuto nei suoi confronti un gesto irriguardoso (art. 19, n. 4 lett. a) CGS), fronteggiandolo e ponendogli entrambe le mani sul petto; per avere, infine, assunto un atteggiamento aggressivo nei confronti di un avversario, venendo trattenuto dai propri compagni di squadra". Tutto ciò ha portato ai 4 turni di stop.

La violazione del principio di riservatezza – Peccato che questa decisione – giusta o sbagliata che sia – sia stata riferita dallo stesso Tosel ai giornalisti ancor prima di comunicarla ufficialmente. Un atto gravissimo, sul quale il Presidente De Laurentiis non vuole transigere. Le regole sono chiare, e valgono per tutti: l'articolo 28 del Codice di Giustizia sportiva obbliga i componenti degli organi di giustizia sportiva alla "più rigorosa osservanza dei principi di riservatezza" e "a non rilasciare dichiarazioni agli organi di stampa e ad altri mezzi di comunicazione in ordine ai processi in corso o a quelli nei quali siano stati chiamati a pronunciarsi". L'eventuale violazione del principio di riservatezza, se riscontrata – e in questo caso lo è stata – può portare a pesanti sanzioni, che vanno dalla semplice ammonizione alla pena più grave della destituzione del Giudice (art. 34, comma 3, lett. d dello Statuto della FIGC).

Il ricorso, Higuain come Maradona: "Voleva proteggersi"

Nessuna violenza, solo difesa – A Napoli si lavora però anche sul ricorso: l'avvocato Grassani vuole cancellare la ‘presunta violenza' di Higuain nei confronti dell'arbitro. La tesi difensiva proverà a dimostrare, attraverso i fotogrammi di quanto accaduto nel corso della sfida contro l'Udinese, che nel momento in cui Higuain appoggia le mani sull'arbitro Irrati, la sua testa è in linea con il corpo, mentre quella del direttore di gara è protesa in avanti. In questo senso il centravanti ha voluto soltanto proteggersi, impedendo uno scontro frontale.

Il Pipita dai giudici, come Diego nell'84 – Lo stesso Higuain potrebbe presentarsi davanti ai giudici mettendoci la faccia e spiegando in prima persona quanto accaduto. Una mossa che ricorda il Napoli di Ferlaino e Maradona, quando nell'84 dopo un rosso rimediato contro l'Ascoli, El Pibe andò in tribunale a sostegno della propria innocenza. Non è ancora certo se il Pipita seguirà le orme di Diego ma intanto ai propri compagni avrebbe già ripetuto: "Mi spiace per tutti ma non ho fatto nulla di male, non ho spinto l’arbitro e lui che è venuto verso di me".

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