Spy story: bloccati 3 designer Adidas accusati di aver rubato i brevetti alla Nike per Euro 2016
Una vera e propria spy story degna di un film di spionaggio. Il duello serratissimo tra Adidas e Nike, le due multinazionali specializzate in abbigliamento e forniture sportive si è spostato dai campi di gioco alle aule dei tribunali. E' diventata effettiva quest'oggi infatti l'ingiunzione del tribunale di Multnomah che ha letteralmente bloccato tre ex designer della Nike, in seguito proprio alla denuncia dell'azienda americana. L'accusa che pesa sul capo di Denis Dekovic, Marc Dolce e Mark Miner è quella di aver rubato i segreti industriali della Nike rivelandoli poi alla concorrente tedesca che li ha messi sotto contratto nello scorso settembre. Secondo la Nike i 3 sono i protagonisti dello studio I+D intrapreso dall'Adidas in quel di Brooklyn proprio 3 mesi fa. Questo progetto riprodurrebbe quanto realizzato dalla Innovative Kitchen dell'aziena americana e in particolare anche i disegni delle scarpette e delle uniformi che i calciatori dovrebbero indossare nei prossimi campionati europei di calcio in programma in Francia nel 2016. Nell'atto ufficiale consegnato ai giudici dalla Nike si legge che: "La divulgazione di queste informazioni danneggia irreparabilmente Nike perché permette al suo principale competitor di contrastare in modo efficace qualsiasi iniziativa in diversi mercati nei prossimi tre o quattro anni”.
Grande soddisfazione in casa Nike
Grande soddisfazione in casa Nike per la decisione del tribunale. Il portavoce Greg Rositer infatti ha apprezzato la celta di congelare l'attività dei designer accusati di“cospirazione e della creazione di uno studio per competere contro Nike utilizzando i suoi segreti industriali illecitamente sottratti”. Così le motivazioni di Nike nell'atto consegnato ai giudici. Il trasloco dei tre alla Adidas non era passato inosservato a Wall Street che in settembre lo segnalava come chiave per riguadagnare terreno rispetto alla Nike. D'altronde il trasferimento di Dekovic, Dolce e Milner non era passato inosservato anche agli esperti di Wall Street che hanno sin da subito considerato il trasferimento come una grande chance per l'Adidas di avvcinarsi ai risultati del celebre competitor.