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Spari al bus del Fenerbahçe, autista gravemente ferito: 2 arresti

Colpi d’arma da fuoco, con ogni probabilità di un fucile, hanno centrato il pullman del Fenerbahçe che rientrava dalla trasferta sul campo del Rizespor. L’agguato è avvenuto a Trebisonda, due le persone tratte in arresto. Kadlec: “Ci volevano uccidere, l’agguato è stato premeditato”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Volevano ucciderci – ha raccontato ai media turchi Mahmut Uslu, vicepresidente del Fenerbahçe -. Hanno cercato di ammazzare l'autista e hanno fatto fuoco anche contro di noi". Un vero e proprio agguato teso alla squadra, di ritorno dalla trasferta sul campo del Rizespor (gara vinta in maniera netta, 5-1): a Trebisonda, mentre percorreva un viadotto, il bus a bordo del quale viaggiavano calciatori e dirigenti è stato raggiunto da colpi d'arma fuoco (probabilmente, si trattava di proiettili di fucile). A restare gravemente ferito è stato l'autista del pullman, condotto d'urgenza all'ospedale e in condizioni preoccupanti. Illesi i calciatori, lo staff tecnico e i membri della società al seguito. "Il nostro autista è stato colpito da un proiettile – ha aggiunto Hasan Çetinkaya, dirigente che fa parte dello staff tecnico del club -. ed è stato immediatamente soccorso. Aspettiamo ulteriori notizie, ma aveva il viso completamente insanguinato". Le indagini degli inquirenti sono immediatamente scattate, non è escluso che quel folle gesto possa essere stato causato dalla rivalità accesa che c'è tra sostenitori delle due squadre.

Secondo le ultime notizie che arrivano dalla Turchia sono scattati subito i primi arresti: due sospetti che, dopo verifiche, sono stati subito rilasciati. Diversa invece la posizione di altre due persone: uno dei due, E. A., avrebbe seguito il pullman e fatto da palo avvisando il suo complice, N. S., appostato con un fucile lungo il percorso, dell'arrivo del bus. Il giornale online turco, Hurriyet, ha anche rivelato che i due avrebbero perfino filmato l’attacco con un cellulare.

"Ci volevano uccidere". Michal Kadlec, terzino ceco, ha raccontato quegli attimi di terrore in un'intervista alla Bild. "Stavo inviando un sms, mi sembrava tutto tranquillo – ha svelato il calciatore, ex del Leverkusen -. Eravamo protetti dalla polizia, non avevamo paura. Poi all’improvviso abbiamo udito un rumore molto forte. Credevi che fosse esplosa una gomma, invece ci stavano sparando addosso". Paura e la certezza che quell'episodio sia stato ordito a tavolino: "Qualcuno sapeva che saremmo passati su quel ponte – ha aggiunto Kadlec -. Siamo salvi per miracolo, poteva finire tutto anche peggio".

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