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Spalletti si arrende all’evidenza: “Con Totti è un’altra Roma”

Il tecnico dopo l’exploit del numero 10 giallorosso in Roma-Torino, ha riconosciuto i meriti del giocatore che in pochi secondi ha regalato ai suoi una vittoria preziosa.
A cura di Marco Beltrami
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Sorride Luciano Spalletti rivedendo le immagini dei gol di Francesco Totti davanti ai microfoni. E’ bastata una manciata di secondi al numero 10 giallorosso per ribaltare la sfida contro il Torino per regalare 3 punti preziosi alla Roma. Non ha fatto una piega quando il suo mister ha deciso di spedirlo in campo a 4 ‘ dal termine ma si è concentrato solo su quello che sa fare meglio, ovvero il gol.

Pubblico in visibilio e anche il mister nel post partita ai microfoni di Mediaset e Sky si è detto emozionato: “Vittoria fondamentale, con un finale diamantato. Quando l'ho messo dentro ho subito pensato ‘speriamo non vada a battere la punizione', perché lui li ha questi colpi, poi è stato bellissimo il boato dello stadio. Lui per noi è una risorsa importantissima. Ha fatto ciò che gli avevo chiesto anche l'altra volta: gestirlo è difficile, ma ripeto sempre le stesse cose, quando ho bisogno di lui è perché gli altri compagni sentono una spinta dalla sua sola presenza, e così anche lo stadio. Con lui in campo, è il nostro Olimpico, quello che piace a noi”.

Spalletti ha ammesso di aver sbagliato ad inserire Totti così in ritardo, ma ecco come ha giustificato la sua scelta: “Il Torino aveva corsa e grinta, quindi giustifico non averlo messo dal 1′ ma quando poi gli avversari si chiudevano era giusto inserirlo. Lui va sfruttato quando la Roma prende in mano la partita e l'avversario si chiude dietro: a quel punto lui sa sempre dove mettere la palla e poi dà grande spinta a tutti. Magari potevo metterlo dieci minuti prima. A lui non va molto bene questa situazione".

 

Inevitabile in conclusione la domanda relativa al futuro di Totti, con Spalletti che ribadisce la sua posizione: “Rinnovo del contratto? Ho sempre detto che io sono felice se Totti fa quello che lo rende felice. Se lui vuole continuare a fare il calciatore, io sarò felice. Se io però sono l’allenatore, io continuo a fare le mie scelte. Probabilmente l’eccessivo affetto nei suoi confronti della gente ci mette contro. Ma io sono stato coerente: quando c’è stato bisogno, lo inserisco sempre. Quando la squadra cala, lui entra in campo. Stasera è stato bellissimo e domani sera andremo a cena tutti assieme”.

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