Spalletti e l’Inter a metà: “Ottimo primo tempo e consci delle nostre qualità”
Un pareggio che avvicina l'Inter alla Champions League ma che non allontana le avversarie che da dietro sgomitano per avvicinarsi. I nerazzurri hanno domato la Juventus per un'ora ma è bastato un guizzo di Cristiano Ronaldo per vedere a San Siro il secondo pareggio con una top, dopo quello contro la Roma. Un rammarico per Luciano Spalletti che nel finale ha preferito infoltire il centrocampo e non giocarsi l'assalto per la vittoria con due punte: Lautaro è entrato per Icardi e l'Inter ha concluso con cinque centrocampisti in mediana.

Nel primo tempo la squadra ha prodotto una padronanza netta e siamo arrivati ad essere insidiosi in diverse situazioni.
La fatica: l'avversario che ha battuto l'Inter
Un'occasione mancata, ma anche un piccolo mattone per raggiungere l'obiettivo Europa. Le due facce di una stessa medaglia che evidenzia ancora tutto il gap tra Inter e Juventus, soprattutto sa livello mentale. I nerazzurri hanno avuto in mano il match per un'ora ma dopo la sassata di Nainggolan non hanno più trovato la porta bianconera; alla Juventus sono bastati 15 minuti per creare due occasioni da gol tra cui il pareggio di Cr7.
Ci sono dei momenti in cui si abbassa la qualità e si sente la fatica, quindi si deve fare blocco squadra davanti all'area di rigore. Ma segnare non è mai facile: nella ripresa siamo stati meno qualitativi e loro più aggressivi.
Gara positiva, fiducia nel futuro
Per il tecnico nerazzurro il problema è stato soprattutto di mentalità: ancora una volta l'asticella è scesa e si è stati puniti. Errori non determinanti, perché il risultato è positivo ma ancora presenti in una squadra che deve crescere: "Non siamo perfetti in fase difensiva: quando non dobbiamo giocare ma gestire andiamo in difficoltà. Eppure la gara è stata positiva, per il futuro sono sereno. I ragazzi stanno prendendo coscienza di avere qualità e di essere parte di un progetto".
Passo verso la Champions e il futuro
Spalletti sa che la squadra deve e può ancora crescere. La Champions League è un obiettivo di partenza, ma servirà di più per fare bene: "Dobbiamo essere più maturi, più equilibrati, e spingere sull'acceleratore perché il nostro calcio è questo. Il mio futuro? Resterei qui altri 100 anni ma non dipende da me: sceglierà ilclub per il bene dell'Inter. Se con me bene, se annullando il mio lavoro, bene lo stesso".