Spagna, la Procura vuole riaprire le indagini sul trapianto di fegato subito da Abidal

Secondo El Mundo in avanti, la Procura di Barcellona ha chiesto alla Corte di Istruzione n° 28 di della città catalana di riaprire l'inchiesta che riguarda il trapianto di fegato dell'ex giocatore e attuale segretario tecnico Eric Abidal, tenutosi nel 2012 presso l'Hospital Clínic de la Ciudad Condal. La Procura ha depositato una memoria il 20 luglio "al fine di chiarire le differenze riscontrate fino ad oggi nei vari documenti per la causa e lo scopo di cercare di determinare con precisione l'identità del donatore".
Un anno fa la corte ha aperto un'indagine per un presunto reato di traffico illegale di organi dopo aver intercettato una conversazione dell'ex presidente del Barça, Sandro Rosell, con un'altra persona in cui si precisa quanto segue: "A questo ragazzo gli abbiamo comprato un fegato illegale" o "Abbiamo venduto quello che era del cugino, che apparteneva al cugino, e gli abbiamo pagato due anni di contratto, quello che gli era rimasto".
Dopo un anno di indagini, il 18 maggio il tribunale di Barcellona ha archiviato il caso senza trovare prove di alcun crimine in questa vicenda ma, d'altra parte, pochi giorni fa l'Organizzazione Nazionale per i Trapianti ha concluso che "il trapianto di Abidal è stato eseguito in conformità con la legge" e l'Hospital Clínic de Barcelona ha confermato che "la legge è stata seguita alla lettera".
Sempre secondo il quotidiano spagnolo il procuratore ritiene che non vi siano dubbi circa l'identità della persona che ha consegnato il fegato (un cugino di Abidal residenti in Francia chiamato Gerard), e che è stato fatto "altruisticamente come richiesto dalla legislazione spagnola".
La risposta di Abidal all'archiviazione
Con un tweet sul suo profilo ufficiale l'ex calciatore del Barcellona e della Francia ha voluto confermare quanto detto dall'archiviazione di qualche settimana fa:
Con la pubblicazione di questa immagine voglio chiedere rispetto per mio cugino Gerard e difendere la sua onorabilità. Denuncio pubblicamente l'atteggiamento di alcuni media che continuano a mettere in discussione la legalità di un intervento che mi ha salvato la vita. Adesso basta!