SLA, Damiano Tommasi: “Facciamo poco per combattere la malattia”
Il mondo del calcio è sceso ancora una volta in campo per sensibilizzare l'opinione pubblica e per cercare di trovare le giuste armi per combattere la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Al museo milanese "Football Heroes", erano infatti presenti Damiano Tommasi, la moglie del povero Stefano Borgonovo e altri "personaggi" vicini al mondo del calcio come Gianfelice Facchetti e Andrea Abodi. Durante la presentazione del libro "SLA, il male oscuro del pallone", scritto dal giornalista Massimiliano Castellani, il presidente dell'AIC ha ribadito con forza il suo pensiero: "L'impressione è che si faccia troppo poco e che, purtroppo, non ci sia ancora una soluzione al problema – ha dichiarato Damiano Tommasi – L'utilizzo dei farmaci in maniera sconsiderata è una brutta pratica che esiste anche nel calcio. Lo ha evidenziato anche la Fifa, dopo i sondaggi fatti ai Mondiali 2006 e 2010. Ne abbiamo parlato con i medici, ma fino a quando non scopriremo la casa certa della malattia potremo fare poco. Manca un coordinamento internazionale, perché oltre ai casi italiani ce ne sono altri riconosciuti anche all’estero".
Uniti contro la malattia – A prendere la parola è stata anche Chantal Borgonovo. Suo marito Stefano ha tentato con tutte le forze di combattere quella che lui aveva rinominato la "stronza". Una dura lotta che, purtroppo, non è riuscito a portare avanti. La moglie dell'ex attaccante, scomparso nel giugno 2013 e simbolo della lotta italiana alla Sla, ha nuovamente ribadito la necessità di "fare squadra" di fronte a questo grave problema: "Una correlazione fra la malattia e il mondo del calcio potrebbe anche non esistere, ma non lo sapremo mai finché continuerà a mancare una ricerca seria – ha dichiarato – Dovremmo tutti unirci per cercare di combatterla". A rincarare la dose ci ha pensato Andrea Abodi: "Il tema della tutela della salute, all'interno del mondo del calcio, non è mai decollato – ha spiegato il presidente della Lega di Serie B – Oltre ad aver messo in rete i contatti dei 22 medici sociali, un coordinatore e una struttura di ricerca, noi proseguiremo nel nostro lavoro anche con la cartella clinica digitalizzata, cercando di coinvolgere anche altre componenti del mondo del calcio".