Siviglia corsaro a Roma, 1-0 alla Lazio. Decisivi gli infortuni e Ben Yedder
La Lazio cede il passo al Siviglia in casa 1-0 e vede più lontani gli ottavi di finale di Europa League. Eppure, l’insuccesso di questa sera, sia pure meritato, lascia ancora aperti margini di rimonta con i possibili recuperi di alcuni titolarissimi fra sette giorni, a campi invertiti, determinanti per la remuntada in salsa biancoceleste. Un risultato, dunque, non proprio negativissimo al netto della forza degli avversari, della caratura internazionale degli andalusi e delle tante, tantissime assenze a referto, rimpinguate, poi, dai Ko in corsa di Luis Alberto prima e di Parolo poi.
Una sconfitta frutto della qualità di Banega e soci con il Siviglia, per gran parte del match, padrone delle operazioni ed in controllo della gara. Primo tempo di marca rojiblanca, con tanto di vantaggio di Ben Yedder e qualche piccolo acuto dei padroni di casa, vedi l’occasione d’oro di Marusic al 27’. Ripresa, invece, interlocutoria con i ragazzi di Machin che, pur sulla plancia di comando, si specchiano, non affondano il colpo nonostante i tanti appetibili contropiede e si accontentano dell’1-0.
Sarabia illumina, Ben Yedder segna. Bastos non impeccabile
Il Siviglia è una squadra di livello, un team aristocratico in Europa. A maggior ragione, in questa manifestazione vinta già in tre occasioni, pure di fila. Un club d’élite, insomma, che sa come si vince, si soffre e si domina in simili contesti. E rappresenta, specie contro una Lazio a scartamento ridotto per via delle tante defezioni fra i titolarissimi – piove sul bagnato con le premature uscite dal campo di Luis Alberto e Parolo per infortunio – una brutta gatta da pelare. Ed in uscita, ma anche in transizione attiva, gli andalusi sono devastanti. Su palla recuperata sulla propria metà campo, su errore di Lulic, difatti, parte la staffetta, la 4×100 che porta gli ospiti in vantaggio.
Escudero traghetta la sfera sulla trequarti, Sarabia, da fine dicitore, la trasmette con assoluta precisione al #9 di Machin, Ben Yedder, con l’attaccante francese bravo e spietato, al 22’, a portare i suoi sopra di un gol. È l’emblema della rapacità della squadra iberica ma, soprattutto, la dimostrazione della forza di alcuni singoli con Sarabia, su tutti, fastidiosa mosca dietro le punte, irritante presenza tra le linee, capace di creare occasioni da gol, gioco e superiorità numerica. Doti, nella rete dell’1-0, che disorientano Bastos, sostituto di Luiz Felipe, non al meglio, e dunque in panchina, e gli fanno selezionare la scelta peggiore: nel coast to coast spagnolo, il #15 laziale si tiene troppo stretto alla difesa ed esce, con grave ritardo, sull’estroso trequartista avversario.
Bene Banega e Vazquez, diligente Leiva per la Lazio
Tempi di gioco, ritmo, qualità, visione, letture precise e, pure, per completare un pacchetto non sempre visto qua in Italia, capacità di rottura in mezzo al campo. Stiamo parlando, sintetizzando, della performance di Banega in regia col numero #10, affiancato da un ottimo Vazquez, chiave di volta della buona gara degli ospiti. Una gara autoritaria, che legittima le ambizioni biancorosse e che mette in mostra un Banega, per noi, quasi inedito: ai limiti della perfezione. In playmaking, dall’altra parte della barricata, si arrangia come può Lucas Leiva che, in un centrocampo orfano di Milinkovic–Savic e poi di Parolo, è costretto a fare tutto, spesso, con qualche affanno.
Argento vivo per Escudero, Marusic ci prova
Sulla fascia mancina del Siviglia e quella destra della Lazio, si accende un duello personale da Champions League. Un duello sul filo del dinamismo, della velocità, della forza muscolare e di propulsori, i quadricipiti di Escudero e Marusic, esplosivi. E proprio su quella porzione di campo, spesso, arrivano i maggiori pericoli per entrambe le squadre con il #18 sevillistas ed il #77 biancoceleste protagonisti di fiammate laterali, in appoggio, davvero niente male. Come, nel dettaglio, quella del vantaggio rojiblanco o, poco più tardi, il quasi gol del montenegrino su imbeccata esterna di Parolo. Insomma, da quelle parti ci si diverte e tutti, tifosi e sportivi in visione, apprezzano la contesa individuale.
Correa ultimo baluardo offensivo, Kjaer e soci respingono
Con gli infortuni di Luis Alberto e Parolo che garantiscono, dall’inizio, qualità e inserimenti senza soluzione di continuità, il compito di appoggiare Caicedo cade tutto sulle spalle del solo Correa che, contro la sua ex, ci tiene a fare bella figura. E nel secondo tempo il Tucu ci prova, si prende le sue responsabilità ed organizza la resistenza, sia pure timida, biancoceleste. Si propone con continuità, si mette in visione, tenta la giocata, suggerisce, rincorre gli avversari ma, spesso, finisce per imbattersi nel muro del Siviglia eretto, e tenuto insieme, dall’ex Palermo Kjaer, da Mercado e dall’ex Barça Sergi Gomez.
Tabellino e voti
Lazio (3-4-2-1) #1 Strakosha 6; #15 Bastos 5.5 (Dal 57’ Luiz Felipe 6), #33 Acerbi 6.5, #26 Radu 5.5; #77 Marusic 6.5, #16 Parolo 6 (Dal 46’ Cataldi 5.5), #6 Lucas Leiva 6+, #19 Lulic 6; #10 Luis Alberto 5 (Dal 42’ Durmisi 6), #11 Correa 5-5; #20 Caicedo 5. A disposizione: #24 Proto; #3 Luiz Felipe, #4 Patric, #14 Durmisi; #25 Badelj, #32 Cataldi, #27 Romulo. Allenatore Simone Inzaghi 86
Siviglia (3-4-1-2) #1 Vaclik 6+; #25 Mercado 6, #4 Kjaer 6.5, #3 Sergi Gomez 6; #16 Jesus Navas 6, #10 Banega 7+, #22 Vazquez 6.5, #18 Escudero 7 (Dal 74’ Promes s.v.); #17 Sarabia 7 (Dal 82′ Amadou s.v.); #12 André Silva 6, #9 Ben Yedder 7 (Dal 71’ Munir 6). A disposizione: #13 Soriano; #5 Amadou, #7 Roque Mesa; #20 Rog, #43 Salvatierra; #19 El Haddadi, #21 Promes. Allenatore Pablo Machin 6.5