Silvio Berlusconi: “Milan competitivo, continuiamo con Allegri”

Il pareggio in rimonta a Napoli, la vittoria in Champions e il successo con la Juventus. Il Milan si lascia la crisi alle spalle e il presidente, Silvio Berlusconi, ne battezza la rinascita. Le puntate a Milanello prima delle ultime sfide hanno portato fortuna e, soprattutto, hanno infuso alla squadra quella carica che occorre nei momenti più delicati. E così è stato. La strada, però, resta in salita. Il processo di ricostruzione è appena iniziata, serviranno ancora tempo e pazienza.
Il Milan ha cancellato questo inizio di stagione che era prevedibile, dopo 26 anni giocati con i campioni migliori del mondo.
Ex premier soddisfatto per la prova offerta dai rossoneri contro la Juve, alla ‘Telefonata' di Belpietro esprime così l'ottimismo che gli deriva dal filotto di risultati positivo.
Il Milan deve mettere in campo una squadra competitiva, non c'è modo migliore che farlo che puntare sui giovani. Bisogna dare tempo ai giovani, abbiamo un attacco di giovani che farà scintille. Con Allegri abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto.
Fiducia al tecnico che sta risollevando la squadra, Berlusconi non si sottrae alle domande sul futuro anche in panchina.
Guardiola? E' l'allenatore che ha dato vita al gioco migliore degli ultimi tempi. Tutte le squadre del mondo lo vorrebbero.
Il presidente del Milan volge poi lo sguardo al passato.
Ci sono tre squadre che hanno segnato la storia calcistica: l'Ajax, il Milan dei tre olandesi, la squadra più titolata al mondo, e negli ultimi anni il Barcellona col suo gioco entusiasmante. E noi, comunque, continuiamo con Allegri.
Poi torna sulla partita con la Juventus.
Ha un gioco molto forte, Conte è straordinario in questo. Abbiamo rinunciato a quel che prossimamente sarà lo schema che speriamo di mettere in campo con successo: con Bojan, El Shaarawy e uno tra Pato e Robinho. Penso che per la prima volta i giocatori hanno avuto la consapevolezza di essere giocatori da Milan. Credo di averli sensibilizzati a riguardo.
Parlando invece di Pato (come riporta Milan news), il presidente rossonero assicura.
Non mi sono mai pentito di non averlo ceduto. Personalmente non mi è mai piaciuto Tevez e poi noi vorremmo fare una squadra di giovani, per iniziare un nuovo ciclo.