Shevchenko tifa per Gattuso e punta il Milan: “Un giorno, forse, allenerò io”
Andriy Shevchenko sulla panchina del Milan? Sì, ma non al posto di Gattuso. Chi pensa che l'ex bomber rossonero possa essere una valida alternativa all'attuale tecnico sbaglia di grosso e a confermarlo è lo stesso interessato. In una intervista esclusiva a DAZN, l'attuale ct della nazionale ucraina parla del proprio futuro e, ovviamente, del delicatissimo momento della società milanista.
Un giorno, potrebbe sedersi sulla panchina del Diavolo ma non adesso perché il momento non è opportuno e soprattutto perché gli obiettivi sono altri. Attualmente è soddisfatto del ruolo di commissario tecnico ucraino, poi si vedrà. Di certo, Shevchenko e il Milan hanno il proprio destino legato a doppio filo per un passato che li ha visti vincere e festeggiare insieme.
Di nuovo al Milan da allenatore
Sheva da buon allenatore e personaggio navigato del calcio non si esclude nulla per il futuro: "Sicuramente un giorno mi piacerebbe allenare il Milan: sono legatissimo alla società e ai tifosi. Adesso quasi tutti i miei ex compagni fanno gli allenatori, molti hanno allenato il Milan: magari tocca anche a me".
L'appoggio a Gattuso
Il pensiero va all'ex compagno di squadra Gattuso, recentemente finito sotto il vortice delle critiche per il suo nuovo ruolo che ha sorpreso l'ex punta: "Non mi aspettavo che Rino diventasse un tecnico completo. Soprattutto vedendolo all'inizio e sapendo che è molto emotivo, litigava con tutti, arbitri e giocatori. Ha dimostrato di essere un professionista: si è trasformato e regge bene il lavoro".
La crisi con il Milan
La situazione che vive ‘Ringhio' però non è nuova, nemmeno per Shevchenko: "Nella mia carriera mi sono sentito spesso in un bunker parecchie volte. Uno dei momenti più difficili è stato il terzo anno al Milan, quando è arrivato Carlo Ancelotti".
Dalla panchina alla Champions
Il riscatto di Shevchenko giocatore è arrivato attraverso il lavoro, il sacrificio, il colloquio diretto con il tecnico: "Sono stato fuori per tre mesi ma Carlo mi motivava, mi spiegava, poi la svolta contro il Real Madrid: ho fatto gol,Carlo ha cambiato schema con due punte e l'anno dopo abbiamo vinto Champions League".