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Shevchenko tifa per Gattuso e punta il Milan: “Un giorno, forse, allenerò io”

L’ex attaccante del Milan e attuale ct dell’Ucraina non ha escluso un domani di potersi sedere sulla panchina dove oggi c’è Gattuso: “Ha dimostrato di essere cresciuto, non litiga più è preparato, regge le pressioni”. E poi, l’aneddoto su Ancelotti: “Mi tenne fuori 3 mesi, l’anno dopo vincemmo la Champions”
A cura di Alessio Pediglieri
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Andriy Shevchenko sulla panchina del Milan? Sì, ma non al posto di Gattuso. Chi pensa che l'ex bomber rossonero possa essere una valida alternativa all'attuale tecnico sbaglia di grosso e a confermarlo è lo stesso interessato. In una intervista esclusiva a DAZN, l'attuale ct della nazionale ucraina parla del proprio futuro e, ovviamente, del delicatissimo momento della società milanista.

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Un giorno, potrebbe sedersi sulla panchina del Diavolo ma non adesso perché il momento non è opportuno e soprattutto perché gli obiettivi sono altri. Attualmente è soddisfatto del ruolo di commissario tecnico  ucraino,  poi si vedrà. Di certo, Shevchenko e il Milan hanno il proprio destino legato a doppio filo per un passato che li ha visti vincere e festeggiare insieme.

Di nuovo al Milan da allenatore

Sheva da buon allenatore e personaggio navigato del calcio non si esclude nulla per il futuro: "Sicuramente un giorno mi piacerebbe allenare il Milan: sono legatissimo alla società e ai tifosi. Adesso quasi tutti i miei ex compagni fanno gli allenatori, molti hanno allenato il Milan: magari tocca anche a me".

L'appoggio a Gattuso

Il pensiero va all'ex compagno di squadra Gattuso, recentemente finito sotto il vortice delle critiche per il suo nuovo ruolo che ha sorpreso l'ex punta: "Non mi aspettavo che Rino diventasse un tecnico completo. Soprattutto vedendolo all'inizio e sapendo che è molto emotivo, litigava con tutti, arbitri e giocatori. Ha dimostrato di essere un professionista: si è trasformato e regge bene il lavoro".

La crisi con il Milan

La situazione che vive ‘Ringhio' però non è nuova, nemmeno per Shevchenko: "Nella mia carriera mi sono sentito spesso in un bunker parecchie volte. Uno dei momenti più difficili è stato il terzo anno al Milan, quando è arrivato Carlo Ancelotti". 

Dalla panchina alla Champions

Il riscatto di Shevchenko giocatore è arrivato attraverso il lavoro, il sacrificio, il colloquio diretto con il tecnico: "Sono stato fuori per tre mesi ma Carlo mi motivava, mi spiegava, poi la svolta contro il Real Madrid: ho fatto gol,Carlo ha cambiato schema con due punte e l'anno dopo abbiamo vinto Champions League".

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