Shakhtar, si fanno vivi i sei brasiliani scomparsi: “Non torniamo indietro”

Siamo solamente agli inizi della telenovela che ha visto suo malgrado il club ucraino dello Shakhtar Donetsk essere triste protagonista della vicenda: sei giocatori sudamericani all'indomani dell'ultima amichevole disputata in Francia contro il Lione hanno disertato la squadra e non sono rientrati al quartier generale della società facendo perdere le proprie tracce. Un vero e proprio golpe calcistico orchestrato da sei connazionali, tutti brasiliani, che non se la sono sentita di partire per una terra martoriata sempre più da instabilità politiche e da attentati, l'ultimo dei quali – il volo della Malaysia Airlines abbattuto nei cieli ucraini – ha fatto traboccare il vaso della paura già arrivato oltre l'orlo.
La diserzione
Subito c'è stata la reazione del patron dello Shakhtar che ha preteso spiegazioni dai sei disertori e ha minacciato azioni contro quei club che pensassero di approfittare della situazione per ingaggiare calciatori regolarmente sotto contratto e pagati, a prezzi di favore. L'UEFA non si è ancora pronunciata sulla vicenda e l'unica cosa che l'organismo calcistico europeo ha confermato è stato di dichiarare il Paese ucraino comunque sotto controllo e non un pericolo per la vita dei calciatori.
Il comunicato sui social network
Ma i brasiliani non hanno nessuna intenzione di tornare. Tre di questi, ovvero Alex Teixeira, Dentinho e Douglas Costa (gli altri sono Ismaily, Ferreyra e Taison) hanno emesso un comunicato in cui spiegano le proprie ragioni: "In primo luogo, vorremmo chiarire che la decisione di non presentarci non è stata indotta da terzi, procuratori o altre persone La nostra decisione è stata presa di comune accordo esclusivamente coi nostri familiari prima della nostra riunione in gruppo come brasiliani della squadra".