Sesso, birra e sigarette nei 5 divieti più severi (e assurdi) degli allenatori
Fra Italia, Inghilterra, Spagna e Germania, sono tante le storie di allenatori che hanno proibito ai propri calciatori di usare, di fare a meno o di evitare di fare qualunque genere di cosa ritenuta da lui negativa per i risultati e le prestazioni della squadra. Scopriamo i casi più curiosi.
David Moyes e il ‘no alla patatina'
Nella sua esperienza sfortunata al Manchester United, David Moyes complicò decisamente la sua posizione, già difficile da far accettare ai tifosi dopo l’addio di un mito come Sir Alex Ferguson, bandendo definitivamente le patatine, a basso contenuto di grassi, alla vigilia delle partite. Peggiorò così una situazione che già non fu di per sé facile. A qualche anno di distanza da quella singolare decisione, l'ex centrale dei Red Devils, Rio Ferdinand, disse che, dopo l’esonero di Moyes, venti minuti dopo l’annuncio del nuovo tecnico, Ryan Giggs, fu chiesto di far mangiare nuovamente le patatine alla squadra.
Arsene e il no a sigarette, birra, pollo alla griglia e barrette di Mars
Restando ancora in Inghilterra, sono ormai storiche le prime decisioni prese da Arsene Wenger al suo arrivo all'Arsenal, a metà degli anni '90. Il francese fu subito molto chiaro e molto deciso nell’imporre le sue regole nello spogliatoio. Divieto tassativo di fumare sigarette e bere birra prima delle partite. E fin qui nulla da dire. Poi ancora, vietato esporsi all’aria condizionata, bere acqua frizzante e mangiare pollo alla griglia. Ma il punto più particolare dell’era Wenger all’Arsenal è stato questo: divieto di mangiare barrette Mars. Una decisione molto bizzarra che però fece dire definitivamente addio a cioccolato e caramello ai Gunners.
Il Trap ai ‘verdi' d'Irlanda: niente funghi prima delle partite
Non solo allenatori inglesi quindi, ma anche i nostri tecnici italiani sono stati protagonisti di questi singolari divieti all’interno dello spogliatoio della propria squadra. L’ex ct della Nazionale italiana ed irlandese, Giovanni Trapattoni, rivelò, ai tempi in cui allenava proprio i “verdi”, di aver vietato di mangiare i funghi il giorno prima delle partite, fra la perplessità generale. Il Trap allora indicò il suo stomaco, poi quello del capitano Robbie Keane e mimò dei dolori da digestione. Gesti che indicavano il pericolo, secondo lui, che sarebbe potuto capitare in campo ai giocatori se avessero trasgredito.
Di Canio, sergente di ferro al Sunderland: vietato anche sorridere
“Sono finiti i giorni in cui un giocatore arrivava nello spogliatoio vantandosi di aver bevuto sette birre la sera prima. Se qualcuno si presenta negli spogliatoi con il cellulare, glielo butto in mare”. Che Paolo Di Canio fosse escluso da questa classifica era impensabile. Infatti, oltre al divieto di bere birre e digitare con il cellulare, le restrizioni dell’ex capitano della Lazio al Sunderland sono passate alla storia. Vietato mangiare ketchup, maionese e bere caffè e bevande gassate prima degli allenamenti. Ovviamente banditi anche scherzi, chiacchiere di gossip e canzoni da canticchiare il giorno della partita.
‘Vade retro' McDonald's, la crociata degli Spurs contro i cibi grassi
Quando allenava il Tottenham, Juande Ramos, vietò tassativamente uno dei rituali più comuni alla squadra londinese. I suoi giocatori infatti erano soliti sgranocchiare biscotti ricoperti di glassa al cioccolato, soprattutto durante l'intervallo. A Ramos evidentemente non piacevano e, oltre a bandire gli speciali snack al cioccolato, bandì anche le loro incursioni al McDonald's dopo gli allenamenti lasciando spazio invece a “deliziosi” cocktail gastronomici.