Serie A: strapagati in estate e finiti in panchina. Da Cristante a Jankto, sono già flop?
Il mercato estivo di questa stagione ha visto protagonista assoluta la Juventus capace di assicurarsi il fenomeno Cristiano Ronaldo che dopo le prime 3 partite a secco, ora sta segnando già con una certa continuità. È stata anche l’estate dei più di 10 acquisti della Roma di Monchi e dell’Inter di Spalletti. Ecco, proprio alcune di queste squadre, per procurarsi calciatori di un certo livello, hanno investito tanto per assicurarseli senza badare a spese. Il risultato? Alcuni sono già finiti in panchina e la pioggia di milioni versati dalle società d’appartenenza per acquistarli, sembrano essere già stati polverizzati. Ci sono tanti esempi in Serie A. Strapagati ma seduti in panchina. Può essere il caso di Bryan Cristante, ma anche di Emiliano Rigoni dell’Atalanta e di tanti altri. Ovviamente, un discorso che non lascia indifferenti né le piccole e neppure le grandi squadre. Vediamo dunque nel dettaglio chi sono 5 di alcuni dei giocatori appartenenti al nostro campionato che rientrano in questa categoria.
Cristante, da talento alla panchina a Roma
Aveva fatto faville con la maglia dell’Atalanta ritrovandosi, soprattutto grazie a Gasperini, in un attimo, nuovamente conteso da mezza Europa dopo i passi falsi di Benfica e in Italia con Pescara e Palermo. Bryan Cristante a Roma però non sembra essere ancora quello visto con i bergamaschi. Un solo gol realizzato e tanti 5 in pagella già in queste prime 8 giornate di Serie A. Di Francesco sta ancora trovando il modulo giusto per inserire in campo tutti: Nzonzi, lui, De Rossi e Pastore con Pellegrini ormai esploso. Ma non è facile.
Qualcuno dovrà restare seduto. E al momento quello seduto è proprio Cristante. Pagato ben 25 milioni di euro in estate, il talento cresciuto nel Milan, ad oggi, ha giocato soltanto 364 minuti in 7 presenze in A e 1 in Champions. E’ partito titolare solo in 3 occasioni, contro Atalanta (sostituito dopo soli 45’), Chievo (giocando tutti i 90’) e Bologna (tirato fuori dal campo da Di Francesco già dopo 54’). Non proprio l’inizio migliore.
Doveva essere il vice Papu, ma Rigoni sta deludendo
Si era presentato ai tifosi bergamaschi con un curriculum di tutto rispetto in cui ovviamente balzavano agli occhi le sue ottime prestazioni e i suoi numeri positivi con la maglia dello Zenit San Pietroburgo. Acquistato per 7,5 milioni dalla società di Percassi, più per un capriccio dello stesso tecnico che per altro, Emiliano Rigoni si è però lentamente appassito. Preso per sostituire e dare respiro ogni tanto al Papu Gomez, l’uscita dall’Europa League ha invece sconvolto i piani della società e anche dell’allenatore.
Rigoni è partito titolare in 3 occasioni: contro la Roma, in cui con una doppietta sembrava essere riuscito a prendersi un posto nell’11 di Gasp, poi contro Cagliari e Torino. Il gol al Milan (rocambolesco) a San Siro, ha reso meno amore un rendimento che i tifosi si aspettavano sicuramente di maggiore entità per lui sceso in campo per 345’ nel massimo campionato italiano. Non proprio da buttare ma potrebbe fare molto di più.
Jankto alla Samp non è stato un grande investimento
L’Udinese l’aveva fatto crescere e diventare un campione. E in poco tempo la Serie A era sembrata subito terreno fertile per esprimere le sue potenzialità. L’occasione della Sampdoria condita alle divergenze con la società friulana, hanno visto Jakub Jankto trasferirsi a Genova, sponda blucerchiata, per una cifra pari a 15 milioni di euro. Un investimento notevole per il club di Ferrero che ad oggi però sta fruttando pochissimo. Con Ramirez, Praet e Saponara in quel ruolo, Jankto avrebbe dovuto fare qualcosa in più per vincere la concorrenza e invece oggi, anche lo stesso Caprari da trequartista gli viene preferito.
Un totale di soli 118’ giocati in Serie A e la presenza da titolare solo nella prima giornata di campionato contro la sua vecchia Udinese. Poi solo panchina e qualche minuto da subentrato. Tre panchine consecutive contro Napoli, Frosinone e Fiorentina, poi 31’ contro l’Inter, 10 con la Spal e 7 con il Torino, più l’ultima panchina a Bergamo, hanno messo in evidenza il flop totale in questo momento di uno degli acquisti migliori di Ferrero in estate.
Un altro Keita quello che si sta vedendo all’Inter
Già il suo Mondiale con il Senegal non era stato entusiasmante, ma la sua stagione trascorsa al Monaco forse lo era stato ancora di più. Cosa che però non ha frenato la voglia di Inter di rivedere a Milano quel giocatore spumeggiante che con la Lazio era capace di spacare le partite. E così in estate la società nerazzurra è andata convinta. L’Inter ha infatti pagato Keita subito 5,5 milioni e avrà un diritto di riscatto intorno ai 30 milioni. Il giocatore ha firmato un accordo di un anno più altri quattro in caso di riscatto. Ma al momento questo riscatto non se lo sta meritando.
Certo, la concorrenza come esterno d’attacco con Perisic, Candreva e Politano c’è, ma non dovrebbe essere un problema per uno come lui. E invece anche nell’occasione in cui è stato schierato punta al posto di Icardi, ha fatto male. Ben 8 presenze in totale, 7 in campionato e 1 in Champions League. Contro il Bologna dicevamo titolare ma solo per 79’ quando poi Spalletti l’ha tirato fuori. La panchina contro il Cagliari e poi l’ennesima occasione da titolare nell’ultima contro la Spal per confermarsi però ancora lontano parente di quel Keita che fece impazzire il popolo biancoceleste.
Pjaca c’è ma non ha ancora entusiasmato
I giudizi forzati è meglio lasciarli altrove. Questo raschia solo in superficie ciò che in questo momento sta vivendo Marko Pjaca alla Fiorentina. Il suo momento non è dei migliori. Certo, è arrivato il suo primo gol in campionato con la Viola contro la Spal, ma non è il massimo. Solo 360’ giocati in 8 partite in Serie A.
E’ partito titolare contro Sampdoria, Spal, Napoli e Atalanta, ma ancora sembra lontano anche dal Pjaca dello scorso anno che con lo Schalke 04 aveva fatto davvero bene. La Fiorentina ha versato nelle casse della Juventus 2 milioni di euro subito per il prestito e ne verserà altri 20 in caso di riscatto a fine stagione (cosa molto probabile). Un bell’investimento, indubbiamente, che però la piazza viola gradirebbe possa incrementare ancor di più il suo rendimento visto che anche nell’ultima sfida contro la Lazio il croato non ha di certo fatto bene per carattere e cattiveria sotto porta. Da rivedere, ma c’è tempo per lui.