Serie A: Roma e Napoli, all-in in 90 minuti (video)
Una gara che varrà un'intera stagione, comunque finirà. Perché Roma-Napoli arriva in un momento cruciale sia per i giallorossi che per i partenopei con i primi che vogliono subito rialzarsi dall'esclusione europea e da una brusca frenata in classifica che ha messo a repentaglio anche il secondo posto mentre gli azzurri sono al momento in corsa su tutti i fronti (Coppa Italia, Europa League, Zona Champions) anche se non sono mai riusciti ad avvicinare seriamente la Roma. All'Olimpico, in una gara dai mille risvolti extracalcistici e che vedrà oltre 1800 agenti impegnati a gestire l'ordine pubblico, ci saranno dunque 90 minuti di fuoco, in cui si deciderà gran parte della stagione agonistica dei due club. E, forse, anche parte dei destini di giocatori e tecnici coinvolti.
QUI ROMA
Contestazione – La Roma arriva, come detto, da un periodo difficile dal quale si è rialzata poco prima della sosta per le nazionali andando a vincere, di misura, a Cesena e rispondendo – per il momento – agli attacchi di Lazio, Napoli, Sampdoria e Fiorentina per la Zona Champions League. Ma Rudi Garcia sa perfettamente che la bufera non è passata e che il vento potrebbe ricambiare immediatamente in caso di sconfitta con i partenopei. Nel ‘giocattolo' giallorosso qualcosa si è rotto soprattutto dall'inizio del 2015 con la Juventus che inesorabilmente è scappata via, con la contestazione che è cresciuta in Capitale di settimana in settimana fino a culminare con lo sciopero del tifo giallorosso e le accuse a Sabatini di aver sbagliato il mercato.
Fuori da tutto – I risultati sono lì a dimostrazione: fuori prima dalla Champions League, eliminati anche in Coppa Italia e in Europa League, ai giallorossi resta solo la speranza di non cedere il secondo posto che vale l'accesso diretto alla Coppa più importante. Visto che i sogni tricolori sono naufragati il giorno dopo che Garcia aveva provato a lanciare la sfida ai bianconeri definendo il proprio gruppo un gruppo capace di poter vincere lo scudetto. Da lì, una costante lenta discesa e tanti problemi. Fino alla situazione attuale e il ritorno alla vittoria dopo una serie infinita di pareggi. Troppo poco per chi avrebbe dovuto presentarsi come l'unica valida alternativa allo strapotere juventino.
Infortuni e mercato sbagliato – Implosione nel gioco e continui infortuni perché se i giocatori hanno contribuito con prestazioni sotto tono a lasciare per strada molti obiettivi c'è anche la Dea Bendata che ci ha messo del suo guardando altrove. 26 infortuni da inizio stagione, alcuni giocatori praticamente mai utilizzati come Castan o Strootman. Altri utilizzati con il contagocce o mai in perfette condizioni fisiche, fino agli ultimi acciaccati, da Florenzi a Totti a Gervinho. E poi scelte sbagliate e scommesse perse con giocatori accantonati e ceduti, come Mattia Destro o Marco Borriello, altri acquistati ma ancor oggi oggetti del mistero come Ibarbo e Doumbia. Troppo, per chi vorrebbe dare continuità di rendimento e di risultati.
QUI NAPOLI
Su tre fronti ma a fatica – A Napoli si vive un anno di contraddizioni. A guardare la situazione si dovrebbe essere contenti: ancora in corsa su tre fronti, con un trofeo già in bacheca (la Supercoppa italiana sulla Juventus) e una campagna invernale che ha portato giocatori importanti come Strinic e Gabbiadini. Eppure, lo scontento serpeggia tra i tifosi che percepiscono un momento di passaggio in cui la squadra rischia di essere l'eterna incompiuta. Gli ultimi risultati – e ogni volta che i partenopei hanno avuto l'occasione – lo dimostrano: 5 punti nelle ultime 5 gare di serie A con una serie importante di occasioni perse e quel secondo posto che è sempre a portata di mano ma mai raggiunto.
Il dubbio Benitez – Il punto di discussione – e in discussione – è il progetto tecnico di Rafa Benitez, un allenatore apprezzato dalla piazza ma forse non ritenuto bravo a sufficienza per poter fare il salto di qualità definitivo. Lo spagnolo ha dato un senso alla squadra, una sua filosofia di gioco, strappando anche buoni risultati ma è mancata e sta mancando la continuità di rendimento a lungo termine confermandosi ottimo tecnico nelle gare dentro o fuori, mal gestendo il gruppo in un campionato lungo 9 mesi. Un limite che potrebbe pregiudicare la stagione e che – anche per questo – sembra lo condurrà all'addio estivo dove si sono messi gli occhi sui possibili sostituti, da Klopp a Mihajlovic.
Metà squadra da rivedere – Da un punto di vista tecnico e qualitativo il Napoli sembra attrezzato a sufficienza per ritornare in finale di Coppa Italia e proseguire la cavalcata europea. In attacco, il solito Higuain si è dimostrato già l'uomo dai gol decisivi quando il risultato conta e non ha tradito le aspettative. Involuti, invece i vari Callejon e Mertens che chiamati alla riconferma dopo una prima stagione da applausi hanno deluso, non riuscendo più a fare la differenza. Ma in avanti, il Napoli ha ritrovato vitalità grazie a Manolo Gabbiadini, jolly del mercato di gennaio. I problemi, invece, sono e restano tutti in difesa dove il Napoli ha cambiato tanto e spesso senza mai trovare la sintesi giusta. In porta il povero Rafael è stato destituito da ogni titolarità a favore di Andujar che però è il presente anche perché il futuro sarà Sepe. In difesa è arrivato Strinic, ottimo acquisto ma appare isolato per qualità e garanzie.