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Serie A, le cinque decisioni arbitrali che hanno fatto discutere nell’ottava giornata

Il tocco di mano di De Ligt ha scatenato le polemiche maggiori nel weekend, ma è una decisione corretta. Più controverso il fallo di Pjanic da cui scatta l’azione del gol vittoria della Juve. Gasperini si infuria con Immobile: un errore concedere il primo rigore. Rischia Rebic in Milan-Lecce, giusto il penalty per il braccio largo di Conti.
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Non è stata una giornata facile per gli arbitri, tra decisioni sbagliate in campo e proteste esagerate nella forma quanto nel merito come quelle di Gasperini dopo Lazio-Atalanta. I tifosi si sono infiammati dopo la mancata concessione del rigore al Bologna per il tocco di mano di de Ligt, che però è una delle poche decisioni corrette, a norma di regolamento, in una partita non certo felice per Irrati.

L'errore di Irrati sul gol di Pjanic

E' irregolare il contatto tra Svanberg e Bernardeschi che avviene prima del corner che porta al pareggio di Danilo. Ma soprattutto sarebbe stata da fermare l'azione del 2-1 di Pjanic, episodio che invece ha riscosso meno attenzione nelle polemiche accese via social dopo la partita. Pjanic spinge Mbaye e lo fa cadere addosso a Orsolini che è sul pallone e dunque lo rende non conteso e non giocabile da Pjanic. Se fosse conteso e giocabile, il contatto spalla a spalla sarebbe consentito, ma non è questo il caso. L'arbitro è in controllo dell'azione, lascia giocare. Perché il VAR non interviene? Perché la valutazione dell'entità dei contatti, a maggior ragione su un'azione in cui l'arbitro è in posizione per vedere e giudicare, non può essere oggetto di intervento diretto da parte del VAR, come ha sottolineato anche l'ex arbitro Luca Marelli sul suo blog.

La spinta di Pjanic su Mbaye in Juve-Bologna (fonte Luca Marelli)
La spinta di Pjanic su Mbaye in Juve-Bologna (fonte Luca Marelli)

Le polemiche sul tocco di mano di De Ligt

Perché libera di piede, male, e la palla gli rimbalza sul braccio che è in posizione innaturale ma non punibile. Una dinamica diversa dal fallo di mano di Zielinski costato il rigore alla prima giornata contro la Fiorentina, accostato per sostenere la tesi di due episodi simili giudicati diversamente per favorire la Juve. Anche se di simile, tra le due situazioni, non c'è praticamente nulla: Zielinski si oppone e non gioca il pallone, Castrovilli vicino lo fa rimbalzare sul petto e sul braccio di Zielinski, che però ha preso posizione col braccio largo e non far passare l'avversario. E questo fa tutta la differenza: il contatto è punibile, e lo era anche prima che fossero introdotte le nuove linee interpretative sul fallo di mano in base alle quali la volontarietà non è un elemento fondamentale per la punibilità: dunque, un tocco volontario resta punibile sempre, un tocco involontario non è sempre regolare.

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Conti, un tocco di mano che… conta

Giuste, invece, le decisioni di Pasqua in Milan-Lecce. Non c'erano i falli di mano di Lucioni e Biglia, nelle occasioni in cui le squadre hanno invano chiesto un rigore. C'era, quello di Conti che ha causato il rigore per il Lecce parato da Donnarumma, vanificato però dal tap-in di Babacar che aveva calciato il penalty. Conti intercetta un cross con il braccio allungato in avanti. E' una posizione innaturale. Il regolamento specifica che: è punibile il tocco "se la mano/il braccio sono posizionate in modo innaturale", come l'anno scorso, oppure se le mani o le braccia "si trovano oltre la linea delle spalle (ad eccezione del caso in cui il difendente giochi il pallone con una parte del corpo consentita e, per effetto di un rimpallo, il pallone finisca casualmente sulle sue mani/braccia)". Questo sarebbe rigore anche se l'avesse presa prima con la testa in quanto la palla finirebbe sul braccio non per effetto di un rimpallo casuale (come nel caso di De Ligt) ma per un movimento orientato ad aumentare lo spazio occupato dal corpo. Quello che stupisce di più, però, è perché Pasqua aspetti l'on field review per assegnare il rigore e non lo fischi direttamente, pur essendo in posizione ideale: non sanzionare il fallo di mano (probabilmente convinto che l'abbia presa con la testa) rientra nelle casistiche di "chiaro ed evidente errore" nei quali il VAR deve intervenire.

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Rebic rischia il rigore

Potrebbero avere più di qualche ragione per lamentarsi i tifosi del Lecce. Perché sul 2-1 per il Milan, Rebic ostacola Petriccione su un cross da sinistra. Rebic arriva da dietro, allarga l'anca e sbilancia l'avversario che così non può raggiungere il pallone. Si prende un rischio non da poco, perché sarebbe un fallo da rigore.

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Perché si arrabbia Gasperini

Due gli episodi contestati da Gasperini in Lazio-Atalanta, e sono ovviamente i due rigori concessi ai biancocelesti. Il secondo appare netto, il primo un netto errore. Il contatto Palomino-Immobile, se c'è, è lieve. Nemmeno le immagini del VAR possono dare certezze, dunque non ci sono margini per un richiamo alla review in campo.

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Di conseguenza rimane valida la decisione dell'arbitro. Valida ma non necessariamente corretta. Situazioni che il protocollo e il regolamento non potranno del tutto eliminare, ma la cui incidenza si potrebbe ridurre con l'introduzione delle chiamate a richiesta da parte delle squadre, come i "challenge" nel tennis.

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