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Serie A, la Lega vieta l’utilizzo di Vine a squadre e calciatori

La popolare app lede i diritti delle televisioni e dunque non può essere utilizzata.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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calcio tv

La Lega Serie A "vieta" l'utilizzo di Vine a squadre e calciatori. Una decisione che a prima vista sembra non avere molto senso, ma che invece ne ha moltissimo. Non è un mistero, infatti, che diverse squadre, così come tantissimi calciatori, utilizzino il popolare social network durante allenamenti e partite, ufficiali e non. Vine, infatti, è un'applicazione nata nel giugno 2012 ed acquistata pochi mesi dopo da Twitter, che permette a chiunque di fare dei mini-video di massimo sei secondi e condividerli poi in rete. Le potenzialità sono infinite, e le squadre di Serie A hanno subito trovato come sfruttarla: brevi video delle squadre che entrano in campo prima di un match, ma anche mini-filmati dei calciatori che scendono dai bus quando arrivano allo stadio, eccetera. Stessi video da parte dei calciatori, che spesso ne fanno, alcuni anche simpaticamente, prima e dopo i match. Tutto questo però finirà a breve. Perché le società ed i calciatori non avevano previsto che questi mini-video ledessero i diritti che le piattaforme televisive hanno comprato a suon di milioni dalle stesse società.

In parole povere, il ragionamento non fa una piega: se Sky paga milioni per avere l'esclusiva di entrare negli spogliatoi prima del match, le società non possono condividere su internet quei brevi filmati che, di fatto, costituiscono una sorta di "versione light" e soprattutto gratuita di quelle immagini. Ergo, questo non può, e non deve, più avvenire. La Lega ha posto il problema solo adesso, nonostante Vine sia entrato nel calcio già da due anni: e questo la dice lunga su come le potenzialità dei social network siano sottovalutate dai vertici del calcio. Ma questa è un'altra storia. Il vero problema, ora, è il divieto vero e proprio. Perché se convincere una società o un calciatore a non fare quei video è estremamente facile, sperare che facciano altrettanto anche i milioni di tifosi di calcio nel mondo è davvero impossibile.

La popolarità di Vine sta nella sua immediatezza. Ad esempio, prendiamo Milan-Juventus, che si disputerà settimana prossima. Arriva una rete, magari anche al novantesimo: ecco che il tifoso da casa, "armato" di Vine sul proprio cellulare, filmi subito il replay del gol. Sei secondi, per questi eventi, sono più che sufficienti. Inutile dire quali siano i passaggi successivi: pubblicazione su internet, condivisione, e via dicendo. Insomma, chi non paga per vedere le partite di calcio, può vedersi il gol della propria squadra con una facilità disarmante. E questo, alle televisioni che pagano milioni per i diritti televisivi, proprio non può andare giù. Non sarà facile trovare una soluzione adatta. Per ora la Lega ne discute, anche con Twitter, che è l'azienda proprietaria di Vine. Ed il tempo dirà se e come il "problema" verrà risolto.

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