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Serie A, Irrati difende la VAR: “Serve a noi arbitri, così come le interviste a fine gara”

Solo due anni fa sembrava utopia, poi l’anno zero in Serie A, quindi l’approdo al Mondiale. Il direttore di gara Massimiliano Irrati conferma i miglioramenti avvenuti attraverso la VAR: “Anche i giocatori si comportano meglio. C’è più dialogo. Noi intervistati a fine gara? D’accordo ma non per parlare di favoritismi”
A cura di Alessio Pediglieri
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La rivoluzione arbitrale in Italia sta dettando legge. La VAR riscontra successo, il suo utilizzo negli ultimi Mondiali in Russia ne è un esempio importante, così come lo studio nelle altre federazioni calcistiche. Chi prima chi dopo, dovrà accettare la tecnologia a bordo campo, la moviola in tempo reale, la VAR per evitare – o almeno limitare – gli errori dettati dalle valutazioni umane.

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Nessun ridimensionamento della figura dell'arbitro, anzi un miglioramento dello status dei direttori di gara che si sentono maggiormente tutelati, più tranquilli nelle decisioni così come i club e gli stessi giocatori. A rivelarlo è il ‘fischietto' mondiale Massimiliano Irrati fervido sostenitore dell'assistenza a bordo campo, oramai un ‘must' per evitare facili polemiche come nel recente passato.

Il comportamento dei calciatori è migliorato, il gioco effettivo è aumentato. Chiunque faccia l'arbitro non può che apprezzare l'aiuto che viene da fuori, prima doveva decidere completamente da solo e mentre tutti gli altri rivedevano le azioni lui era l'unico a non poterlo fare

La rivoluzione in due anni

Tutto positivo? Non proprio. Ma si può ancora migliorare, visto che il BAR solo due anni fa sembrava una chimera e oggi è una realtà con cui fare i conti per migliorare il calcio e renderlo più oggettivo possibile: "Quando Rosetti, leader project del progetto Var, ci iniziò a parlare di questa cosa due anni fa sembrava inapplicabile, ero molto dubbioso e scettico, convinto che potesse trasformare il calcio in peggio ma mi sono dovuto ricredere. I fatti hanno dimostrato che la Var serve"

L'intervista post gara

Dall'ausilio del VAR alla trasparenza a fine partita. Per Irrati c'è anche spazio per un arbitraggio 2.0 in cui non solo durante i 90 minuti di gioco ma anche dopo, i direttori di gara possano esprimere un parere sul proprio operato e rispondere ad eventuali critiche: "noi ci incontriamo costantemente con allenatori e giocatori, siamo in grado di sostenere un'intervista, chiaro che se si parla solo di un episodio o di favoritismi non diventerebbe fattibile. In altri contesti non ci sarebbero problemi

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