Serie A, il bilancio delle spese estive di mercato degli ultimi 5 anni
La sessione di calciomercato che si è appena conclusa è stata una delle campagne di rafforzamento più esagerate degli ultimi decenni con, se prendiamo in esame l’intero panorama calcistico continentale, qualcosa come 4.1 miliardi di euro spesi dalle 5 leghe maggiori. Un nuovo record, un nuovo primato che ha aggiornato quello relativo allo scorso anno quando, Premier League, Bundesliga, Ligue 1, Liga e Serie A avevano messo insieme 3.8 miliardi di euro. Cifre stratosferiche dalle altezze siderali che si possono paragonare al Pil di alcuni paesi come, ad esempio, Suriname, Malawi o le Isole Figi.
Un orientamento però che non sembra essere un evento straordinario ma anzi una direzione ben precisa e avviata con la tendenza, secondo molti esperti, a veder considerevolmente crescere, con buona pace delle maglie del Fair Play finanziario, queste cifre. A riprova o in antitesi di ciò, vediamo l’andamento del mercato italiano con le cifre investite, negli ultimi 5 anni, dai 20 club del nostro massimo campionato.
2017/18 l’anno d’oro, Serie A seconda solo alla Premier
E così, in questa sorta di graduatoria dei soldi spesi dai nostri club nell’ultimo lustro, troviamo subito l’ultima sessione estiva fra quelle con maggiori denari fatti circolare dalla Serie A. E sì perché con la chiusura del calciomercato del 31 agosto scorso lo score degli investimenti nel massimo campionato ha toccato quota 821 milioni di euro mettendo a referto l’ennesimo record in sede di campagna acquisti.
Un primato mai sfiorato negli ultimi 8 anni con un sostanziale aumento rispetto all’estate 2016 pari a circa 106 sonanti milioni di euro. Il tutto, grazie alle ingenti risorse di capitali stranieri, per referenze citofonare Inter (86.5 milioni spesi) e Milan (194 milioni), al rinnovato vigore della Juventus (149 milioni) sul mercato e alla Roma (93.5) chiamata a rimpiazzare le tante cessioni eccellenti di giugno con un campionato vieppiù interessante, avvincente e competitivo per merito, anche, del ritorno, attesissimo, delle milanesi.
Sessione estiva 2016/17, l’inizio della risalita
Sul secondo gradino del podio, un po’ seguendo l’andamento complessivo del mercato europeo, a trovare spazio c’è l’estate 2016, quella, per intenderci, del “grande tradimento” del Pipita Higuain e dei 90 milioni di euro per strapparlo all’affetto del San Paolo. In quella specifica sessione, grazie alle big, nell’ordine, Juventus (162.8 milioni investiti), Inter (142.4), Roma (98.7) e Napoli (78.5) la Serie A ha iniziato a mettere la freccia e a spendere cifre che, forse, appartengono più alla storia ed alla tradizione, con i dovuti distinguo del cambio di moneta, dello scorso secolo e d’inizio millennio. Il massimo campionato, infatti, da Higuain pagato 90 milioni di euro a Joao Mario all’Inter per 40, da Pjanic alla Juve per 32 milioni a Milik al Napoli per la stessa cifra, mise insieme, complessivamente, qualcosa come 715 milioni di euro globali nella specifica casella delle spese, delle uscite di tutti i 20 club presenti. Un autentico balzo in avanti che ha condotto, rispetto all’anno ancora prima, ad un eccellente +145 milioni di euro segnando una svolta, quasi una sorta di discontinuità finanziaria nei confronti degli anni che risentivano ancora dell’onda lunga della crisi economica.
Il 2015/16 si chiude a quota -145 dall’anno successivo
L’estate 2015/16, invece, passerà alla storia come una delle tre più ricche degli ultimi anni, comunque a distanza abissale dalle successive due annate ma, soprattutto, sponda Juventus, per l’arrivo in squadra di diversi tasselli che ora fanno la differenza nei pressi dell’Allianz Stadium. Quell’estate, infatti, giunsero a Torino calciatori come Mandzukic (21 milioni di euro), Dybala (40 milioni di euro), Khedira e Cuadrado (1.8 milioni di euro) che, a distanza quasi di tre anni, compongono il tessuto principale, la spina dorsale della “Vecchia Signora” capace di vincere ancora altri titoli e ripresentarsi in finale di Champions League.
Focus specifici a parte, la sessione estiva 2015 vide protagonista anche l’Inter con i vari Kondogbia (36 milioni di euro) o Perisic (19 milioni di euro), il Milan, con Bacca (30 milioni di euro), Romagnoli (25 milioni di euro) e Bertolacci (20 milioni di euro) e la Roma con i prestiti con diritto di riscatto di Dzeko e Salah che portarono, con l’ausilio delle restanti compagini, a 570, i milioni sborsati per i rispettivi acquisti.
2013/14: l’anno del Napoli e delle attuali colonne azzurre
In quarta posizione, invece, in questa particolare classifica delle spese della nostra Serie A degli ultimi 5 anni non seguendo più un ordine cronologico, rintracciamo l’estate 2013 che portava dritti verso la stagione 2013/14. In quella occasione, infatti, grazie soprattutto al Napoli, secondo caso nei 5 anni analizzati nei quali non troviamo la Juventus al top degli investimenti nella massima serie, che mise insieme una campagna acquisti, dopo l’addio di Cavani al PSG, di grande livello con gli arrivi in Italia di talenti, poi divenute pedine dall’immenso peso specifico, come Higuain (39 milioni di euro), Raul Albiol (12 milioni di euro), Callejon (9.5 milioni di euro), Mertens (9.48 milioni di euro), Zapata (7.47 milioni di euro) o Rafael (5 milioni di euro) il nostro movimento poté scrivere una cifra totale discreta.
Il tutto, con l’aiuto dei quasi 70 milioni della Roma, dei 53 della Fiorentina, dei 38 dell’Inter e dei 41 della Juve, con un giro d’affari per nuovi tesserati che toccò quota 484 milioni di euro con 90 milioni in meno rispetto a quanto riusciranno poi a spendere l’anno successivo i 20 club di Serie A.
2014/15, l’annus horribilis del calcio italiano
L’annus horribilis del nostro movimento calcistico nazionale, in termini di spesa, è stato, invece, quello 2014/15. Nella sessione estiva 2014, quella del mondiale brasiliano, difatti, la Serie A, pur trainata da Roma (78 milioni di euro investiti), Juventus (46), Torino (30) e Udinese (29) non riuscì ad andare oltre i 338 milioni di euro. Una quota globale che rappresenta il picco minimo raggiunto negli ultimi 5 anni con un andamento ancora peggiore solo nell’estate 2010 quando, in quel caso, i 20 sodalizi italiani sborsarono solo, per via anche di una crisi che ancora attanagliava il paese, 292 milioni di euro.