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Serie A e possesso palla: Napoli al top a quota 25mila tocchi, Juve sul podio

I partenopei sono la squadra con più passaggi totali (25.121) in Serie A con le altre staccatissime. Sul podio anche Juventus (20.155) e Fiorentina (19.841).
A cura di Salvatore Parente
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Chiamato, spesso in modo dispregiativo tiki taka, poi supremazia territoriale talvolta noioso fraseggio, il possesso palla, malgrado tutto, diventa comunque determinante ai fini del risultato. Nel calcio, infatti, nella più lapalissiana delle frasi, per fare gol, occorre avere il pallone fra i piedi. E così accade, almeno in Serie A così come nella Liga spagnola, che la squadra con maggior possesso della sfera e con più passaggi medi a partita sia poi quella con più reti all’attivo.

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Coincidenze, risultato scientifico, qualità della rosa o semplice modo di intendere il gioco, a 90 minuti dal termine della nostra massima serie, vediamo le compagini che, della trasmissione estrema della sfera e dei tocchi ravvicinati hanno fatto un autentico marchio di fabbrica.

Il ranking dei passaggi totali della Serie A (whoscored.com)
Il ranking dei passaggi totali della Serie A (whoscored.com)

Il Napoli di Sarri indiscutibilmente primo

Nella stagione 2016/17 ma, a dire il vero, anche nella precedente, la squadra che meglio di tutte ha saputo mettere in scena un calcio brillante, armonico e spettacolare fondato sul possesso palla è stato il Napoli. Al di là dell’estrema nonché evidente bellezza del football condiviso/partecipato del collettivo di Sarri, infatti, i numeri, come al solito efficaci, dimostrano la portata della rivoluzione estetica sarriana vissuta all’ombra del Vesuvio. E sì perché i 90 gol dei partenopei (terzo reparto offensivo d’Europa) sono frutto dell’impressionante mole di gioco sviluppata dall’undici azzurro che, in stagione, ha messo insieme, con le sue trame fittissime, i suoi disimpegni palla a terra e le verticalizzazioni di un ispiratissimo Insigne, ben 678 passaggi di media a partita (fra riusciti 557 e sbagliati 121), 13.5 passaggi chiave (tocchi che mandano al tiro i compagni di squadra) e 25.121 passaggi totali in stagione, di cui 20.634 corti. Una rete ubriacante di soluzioni con palla fra i piedi in grado, col grande movimento degli interpreti in campo, la capacità di tutti gli uomini di mettersi in visione e dettare passaggi, di consentire a questo diamante grezzo di divenire un ammirevole gioiello.

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Tiki taka e concretezza: la ricetta dei Campioni d’Italia

In seconda posizione nella specifica classifica delle squadre che hanno maggiormente il possesso della sfera troviamo i sei volte campioni d’Italia della Juventus. I bianconeri, infatti, pur avendo segnato meno rispetto al Napoli (-15 dai partenopei), hanno vinto il titolo con l’ormai consueta mentalità priva di ko con le piccole ed una difesa quasi impenetrabile (26 gol al passivo). Eppure, i ragazzi di Allegri hanno avuto spesso il dominio del gioco utilizzandolo in due modi precisi: dapprima per scardinare le difese avversarie e poi per congelare il risultato senza correre particolari rischi. Una condotta di gara intelligente, cinica, pragmatica accompagnata da 544 tocchi a partita (con l’85.5% di precisione nei passaggi), 20.155 scambi di palla e 11.6 passaggi che hanno portato al tiro i propri avanti.

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Fiorentina, tanto rumore per nulla

Sul terzo gradino del podio, invece, troviamo l’insoddisfacente Fiorentina di Paulo Sousa. La compagine viola pur fondando le proprie fortune stagionali sul solco fatto di tanto possesso e fraseggio tracciato lo scorso anno, ha deluso le aspettative finendo fuori dall’Europa dopo 3 anni di fila in giro per il ‘Vecchio Continente’. Un risultato mediocre figlio di tante incomprensioni, tattiche e non solo, che, dall’eliminazione dall’Europa League di febbraio, hanno portato i toscani a perdere definitivamente il treno Uefa. Tanti passaggi (19.841), tanto possesso (55.9%), tante giocate individuali e di squadra che però, spesso, non hanno dato i frutti sperati con solo 61 reti (ottavo attacco del campionato) ed un giro palla lento e prevedibile. E così il fraseggio 2015/16 fitto e spettacolare come grimaldello per aprire varchi nelle difese avversarie si è trasformato in sterile ed inefficace melina, mandando in frantumi il progetto tecnico dell’allenatore che, sul modello lusitano, aveva intravisto la possibilità di un sistema nuovo rivelatosi ora, al suo secondo anno in Italia, improduttivo.

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Supremazia territoriale e verticalizzazioni, il piano partita della Roma

Appena fuori dal podio la Roma di Spalletti. La compagine capitolina, peraltro seconda nella classifica generale a -4 dalla Juve capolista e seconda anche nello specifico comparto dei gol fatti, è quarta per passaggi totali messi a referto con 19.021 tocchi complessivi a -6.100 da quelli fatti segnare dal Napoli. Eppure, la volata Champions vede proprio i giallorossi favoriti a +1 sui partenopei con una gara non proprio impossibile in casa col Genoa già aritmeticamente salvo. Come per dire che, almeno in Italia, non si vive di solo possesso. Così, la Roma ha optato per un sistema di gioco che, al di là dei numeri in campo (4-2-3-1, 4-3-3, 4-3-1-2, 3-4-2-1), l’ha vista interpretare il calcio totalmente sulle corsie laterali e preferire le verticalizzazioni verso Dzeko, la possente torre d’attacco. Un modo di sviluppare calcio a tratti poco appariscente ma che sta garantendo importanti dividendi ai giallorossi ad un passo, con 90’ minuti ancora da disputare, dal secondo posto.

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Inter passaggi “a vuoto”

A chiudere la cinquina delle formazioni con più possesso in Serie A c’è l’Inter di De Boer, Pioli e poi di Vecchi. In una stagione non proprio da incorniciare (8 gare senza vittorie, peggior rendimento della storia dal 1947/48), infatti, il club meneghino ha fatto comunque registrare buone statistiche nell’apposito ranking. 17.989 passaggi, di cui 1.024 lunghi e 13.286 a corto raggio, 486.2 tocchi e 12.9 passaggi chiave di media ma che non hanno inciso troppo nell’annata nerazzurra o, almeno, a nulla sono serviti dal trionfo casalingo con l’Atalanta in poi. Una comune linea, quella del gioco palla a terra, dettata anche dalle indiscutibili qualità dei ragazzi in rosa, in grado di unire idealmente i 3 tecnici che si sono avvicendati in questo nefasto 2016/17 pur non riuscendo a valorizzare, con uno spirito di sacrificio comune, i promettenti dati nel possesso palla. Un fallimento generale che di frequente ha svilito una supremazia territoriale diventata pigra, fiacca e tutt’altro che pericolosa.

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