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Serie A: dal 2015 Fair Play Finanziario e tetto alle rose per potersi iscrivere

Il Consiglio di Lega ha deciso di adeguarsi alle normative europee imposte dall’UEFA di Platini. Potrebbero scomparire anche le comproprietà come richiesto da Lotito, mentre gli stadi dovranno avere almeno 20 mila posti.
A cura di Alessio Pediglieri
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maurizio beretta lotito

Si giocherà in Serie A ma sembrerà di essere in Coppa. Dal 2015 potrebbe capitare anche questo al nostro campionato viste le direttive che la Federalcio sta prendendo attorno alla massima divisione italiana che si dovrà allineare alle direttive UEFA in fatto di Fair Play Finanziario e di rose disponibili da utilizzare durante il torneo. Il tutto, ovviamente, in accordo con la Lega Calcio che presieduta da Maurizio Beretta ma in mano ai presidenti di Serie A, sembrerebbe pronta ad accettare dei ‘paletti' da rispettare senza eccezioni. Perchè sia i bilanci in regola, sia un numero limitato di giocatori a disposizione, sia altre norme sugli impianti omologati diverranno ‘conditio sine qua non' per potersi iscrivere al campionato.

Conti a posto o esclusione – Dopotutto delle normative rigide imposte da Michel Platini e dall'UEFA ne abbiamo già parlato a lungo: il FpF (Fair Play Finanziario) che sta stringendo i propri cordoni attorno alle società europee, grandi o piccole che siano, basta che si qualifichino per le Coppe. Tutte devono rispettare determinati parametri economici cui non ci si può sottrarre a rischio di incorrere in sanzioni pecuniarie, penalizzazioni e squalifiche. Così, anche la FIGC sta lavorando con la Lega di Serie A perchè le stesse normative diventino parte integrante delle condizioni per potersi iscrivere al campionato. Probabilmente dalla stagione 2015-2016, con calma, perchè in Italia si è abituati a non avere fretta soprattutto quando si va contro degli status oramai consolidati da tempo. Ma la buona notizia è che si arriverà anche da noi alla condanna di quei club che presenteranno conti in rosso e bilanci fallimentari.

Rose da 25 giocatori – Non solo. Così come in Europa si possono presentare rose da 25 giocatori senza ulteriori inserimenti cammin facendo, anche per la Serie A ci sarà un tetto massimo di tesserati per club, una lista ufficiale dalla quale non poter transigere e dove vi dovranno comparire non pochi giovanissimi, possibilmente Under21. Altro cambiamento epocale per il nostro modo di vivere il calcio secondo il quale un 20enne è ancora troppo giovane per scendere in campo regolarmente mentre un 35enne è semplicemente un ‘esperto' giocatore. Le società dovranno valutare molto bene la campagna acquisti, chi cedere e comprare e soprattutto non ingaggiare più di quanto non potranno poi schierare in campo.

Basta comproprietà: ha ragione Lotito – Si potrebbe arrivare anche all'annullamento delle ‘comproprietà', altro modello all'italiana di fare mercato, con lo scambio infinito di giocatori da un club all'altro in prestito, con il passaggio delle metà dei cartellini come fossero figurine  di un album. Il tutto ovviamente per far quadrare bilanci, plus e minus valenze. Un'arte della quale moltissimi dirigenti di Serie A si contengono il primato. Non Claudio Lotito che, malgrado i problemi attuali con i tifosi della Lazio abbiano la priorità nell'essere risolti, è favorevole – forse unico in Serie A – all'abolizione definitiva delle comproprietà per far chiarezza in un mercato spesso nebuloso. La soluzione? Il patron laziale ha anche quella: "il prestito con obbligo di riscatto legato al raggiungimento di certi obiettivi", in pratica una valorizzazione e una responsabilizzazione dello stesso giocatore che avrebbe tutto l'interesse di far bene e subito laddove gioca senza attendere di sapere a fine stagione dove andrà.

Stadi da 20 mila posti – Infine, ancora una volta si parla di stadi italiani ma non per discutere la tanto decantata "legge sugli stadi" (a proposito, che fine ha fatto?) ma per dare una regolamentazione agli impianti dove si devono disputare le partite di massima serie. Si è concordato che uno stadio non dovrà avere meno di 20 mila posti a disposizione con una deroga che può arrivare al massimo al 20% e quindi a 16 mila posti. Sotto questa soglia non si possono ospitare gare. Una scelta coraggiosa perchè mette alle porte alcune realtà già esistenti come l'ipotetica nuova casa del Cagliari, Is Arena. Oggi omologata per 5mila spettatori, se passasse la scelta del ‘minimo garantito' non potrebbe essere la cornice casalinga della squadra sarda in massima serie. Altre realtà, che attualmente stanno giocandosi in serie B l'accesso ai play-off e quindi al sogno della Serie A (come Spezia, Avellino, Lanciano e Latina) sarebbero obbligate a metter mano ai propri impianti e ai portafogli.

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