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Serie A, cosa succede con i playoff scudetto e i playout retrocessione

I club vorrebbero sfruttare ogni spazio libero in calendario per concludere questo campionato. Le ipotesi vanno dalla immediata ripresa dopo il 3 di aprile – soluzione difficile – al rinvio di Euro 2020 con tanto di match fino al 30 di giugno. Intanto, in questo clima di incertezza, resta viva la possibilità dei Playoff e dei Playout che per diverse ragioni, potrebbero non solo salvare ma anche esaltare il nostro massimo campionato. Dalla Final Eight scudetto alla Final Four per non retrocedere, ecco come potrebbero presentarsi gli spareggi di fine campionato.
A cura di Salvatore Parente
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Fra le tante ipotesi messe in campo dalla Figc d’intesa con la Lega Serie A per riprendere il campionato e condurlo al termine, c’è proprio la formula, un po’ anglosassone, dei Playoff. Oltre alla possibilità di congelare le attuali posizioni, con assegnazione dello scudetto alla Juventus, all’ipotesi di non assegnazione del titolo (e conseguente comunicazione alla UEFA delle società qualificate alle coppe europee) e allo sfruttamento di ogni singolo spazio utile per chiudere il torneo – con relativo ingolfamento del calendario fra aprile e maggio o maggio e giungo – c’è proprio il Playoff, ed il Playout, all’orizzonte. Una soluzione molto particolare, in una situazione d’emergenza e pure complicata dal contagio di diversi calciatori (i vari Rugani, Gabbiadini o Vlahovic per intenderci), ma che potrebbe esaltare il nostro calcio. All’insegna dello spettacolo e, chissà, della totale incertezza del risultato.

Rinviare Euro 2020 per chiudere i campionati entro il 30 di giugno

I Playoff e i relativi Playout, ad oggi, restano una soluzione estrema, limite ma che comunque si può configurare nell'imminenza di una imprevedibile emergenza. E che colpendo anche diversi calciatori di Serie A, con le relative squadre in quarantena, complica e non poco l'assunto. I presidenti, in maniera compatta e non in ordine sparso, non vogliono i Playoff/Playout. Desidererebbero, per mille motivi, fra cui anche quelli economici e di diritti tv, giocare tutte le restanti sfide: 12, per alcuni club 13 giornate. E quindi, al momento, due sembrano le soluzioni possibili.

  • Un calendario fitto di impegni fino alla fine di maggio – rendimento delle italiane in Champions (con pure quest'ultima attualmente sospesa) permettendo con una finale prevista per il 30 di maggio – con ripartenza immediata dopo lo stop imposto al 3 di aprile. Si giocherebbe, anche se molte squadre oggi non si stanno allenando, già il weekend successivo, ovvero: il 4 e il 5 di aprile.
  • In caso contrario, e dunque di oggettiva impossibilità di ripresa dopo il 3 aprile, non resta che rinviare Euro 2020 – con la Uefa pronta a decidere sul da farsi martedì prossimo con i rappresentanti delle 55 federazioni, dell'Eca, delle leghe europee e un esponente della federazione internazionale dei calciatori professionisti – (o chiudere tutto entro il 12 giugno con spostamento di una settimana della rassegna internazionale) e giocare ogni singola partita fino al 30 di giugno. Data limite non solo per le norme internazionali sui campionati ma anche ultimo giorno in cui i calciatori sono materialmente sotto contratto. Viceversa, se tutte queste componenti non dovessero combaciare, ecco la strada, ripetiamo, invisa a molti, dei Playoff/Playout. Spettacolari e incerti.
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Addio girone all’italiana, tutto in poche settimane: che show finale

L’emergenza è tale che la Figc, nel consiglio straordinario di martedì e nelle call conference dei giorni successivi, s’è presa il tempo giusto per considerare più opzioni e valutare prima di prendere una decisione definitiva nelle prossime settimane. Con vista al consiglio federale del 23 marzo. In caso di emergenza prolungata, e che quindi eviterebbe il ritorno in campo a partire dalla prima settimana di aprile, tutti i propositi di chiusura del torneo sul campo disputando ciascuna delle 38 giornate organizzate dalla Lega, diventano di difficile realizzazione. Addio classifica e, appunto, girone all’italiana.

Vince il migliore? Ma forse non con la formula di sempre. Ma guai a cedere il passo al Covid-19 e abbassarsi addirittura, come nelle “ore più buie” del nostro Paese, alla non assegnazione del titolo. Fermarsi per poi ripartire è l’imperativo. Morale e spettacolare. E dunque, non dovessero esserci i tempi tecnici per giocarle tutte (fattispecie probabile dopo l'annuncio del contagio di Rugani e di diversi altri calciatori), spazio ad un autentico show.

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Quello che negli Stati Uniti, in tutti i maggiori sport professionistici a stelle e strisce, dal baseball al football, dal soccer al basket all’hockey, è il momento clou, cruciale, di massimo sforzo e spettacolo per le migliori squadre del Paese. Tutto concentrato in poche frenetiche settimane, con i tifosi, senza più pericoli di contagio, ad affollare gli stadi per vivere emozioni uniche. Una lunga Coppa Italia ad eliminazione diretta, una marcia verso la gloria che sostituisce quella a medio e lungo termine. Tutto, in poche settimane, tutte le attenzioni calamitate su un singolo, mastodontico evento.

  • L'eventuale tabellone a 8 squadre: Juventus (1°)-Hellas Verona (8°), Lazio (2°)-Milan (7°), Inter (3°)-Napoli (6°), Atalanta (4°)-Roma (5°)

Tabellone a otto. Gara unica? Meglio ad eliminazione diretta: finale in stile Super Bowl

Se si dovesse passare per i Playoff, e per i Playout, spazio a vari progetti. Dipendenti sempre dal tempo a disposizione. Otto squadre, sei o, al massimo, quattro per una final four scudetto dall’immenso impatto sportivo, dai tanti significati e dalle ataviche rivalità. Eppure, potendo scegliere, la soluzione a otto squadre, e quindi ad oggi con Juventus, Lazio, Inter, Atalanta, Roma, Napoli, Milan e Verona e con la prima che affronta l’ottava, la seconda la settima, la terza la sesta e la quarta la quinta, potrebbe essere esplosiva. Gara secca, sempre dipendente dal tempo a disposizione o, per salvaguardare il merito, due match di andata e ritorno partendo dal tabellone principale in stile quarti di finale.

Con, magari, l’aggiunta della qualificazione – in caso di parità nel doppio confronto – a vantaggio del club meglio posizionato in “stagione regolare”. Finale con andata e ritorno o, per esaltare la spettacolarizzazione dell’evento, in stile Super Bowl, in gara unica in campo neutro. Tutto il Paese col fiato sospeso, tutti gli appassionati, anche quelli non direttamente coinvolti, a parteggiare per l’una o l’altra squadra. In virtù di simpatie, antipatie e gemellaggi.

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Chance anche per l’underdog, tutto in 90’/180’ di gioco

Con questa formula, e quindi senza mutuare quelle proposte dal campionato austriaco o da quello belga che prevedono un mini-torneo con gare di andata e ritorno ma con la metà dei punti conquistati in stagione regolare, la caccia al titolo è aperta alle prime otto (sei o quattro). E anche le compagini meno attrezzate dal punto di vista economico e di roster, possono ambire al successo finale. Con club come l’Atalanta, la Lazio ma anche il redivivo Napoli di Gattuso in piena corsa per cucirsi lo scudetto sul petto.

Una possibilità che poi andrebbe a restringersi in caso di final four ma che comunque potrebbe restituire maggiore incertezza finale con la Juventus, dopo il dominio degli ultimi anni, a doversi riguadagnare sul campo la palma di più forte contro altre compagini che se la giocherebbero all’assalto, all'ultima giocata utile. Elementi, questi, che sono l’essenza della competizione, dello sport e che agevolerebbero non poco lo spettacolo. Tutto in 90'/180′ di gioco.

Serie A di nuovo in bilico

Incertezza dicevamo. Una componente che a causa di una Juventus super è spesso mancata nella narrazione settimanale degli ultimi campionati con la Vecchia Signora in grado di rispedire al mittente le mire di tutte le altre pretendenti. Incertezza, una componente che potrebbe – sempre Juve permettendo – rimescolare tutto, valori compresi e garantire grande attenzione da parte di un pubblico, quello nostrano, assuefatto alla supremazia bianconera.

Che negli scontri diretti quest’anno, considerando le altre sette squadre che andrebbero a comporre il tabellone da otto, ha conquistato 18 punti sui 27 a disposizione, con le tre sconfitte a referto per i piemontesi in stagione proprio per mano delle possibili rivali per il titolo: il Verona ottavo, il Napoli sesto e la Lazio seconda.

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Playout: tabellone a quattro. Brescia di nuovo in gioco

Stesso clima, con una punta di drammaticità sportiva in più, per il Playout. Che dovrebbe vedere coinvolte le ultime quattro squadre della graduatoria e nello specifico Brescia, Spal, Lecce e Genoa con le Rondinelle, oggi a -9 dalla salvezza, di nuovo in gioco e con chance concrete di salvezza.

  • L'eventuale tabellone a 4 squadre: Genoa (17°) – Brescia (20°), Lecce (18°) – Spal (19°)

Final four, con sfide di sola andata e con una sola squadra, la vincitrice di semifinali e finale, a uscire indenne dalla giostra per non retrocedere. Per una autentica roulette russa col Benevento schiacciasassi, il Crotone e una fra Frosinone, Pordenone, Spezia, Cittadella, Salernitana e Chievo a subentrare in massima serie.

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