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Serie A 2019-20: Milan, Suso trequartista la grande scommessa di Giampaolo

In attesa di Correa, scartate le ipotesi di Paquetà o Calhanoglu come seconda punta, in attacco il Milan non ha convinto. I rossoneri hanno segnato solo cinque gol e aspettano ancora la prima rete stagionale di Piatek. Con l’Udinese il debutto stagionale, aspettando che dal mercato arrivino gli ultimi tasselli del mosaico.
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Più del cambio di modulo, è una mossa in particolare a definire il Milan che ha in mente Giampaolo. Una mossa che sorprende i tifosi, non tutti d'accordo, ma convince la società. Il tecnico vede come trequartista Suso, che dopo l'International Cup ha praticamente blindato. “E' un fuoriclasse, e noi questi giocatori dobbiamo tenerceli”.

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Suso continua a dividere

Lo spagnolo contraddistingue le ultime stagioni rossonere. Da esterno destro nel 4-3-3 di Gattuso ma si è via via impantanato nel finale della scorsa stagione. Si è involuto, perso nell'inseguimento di giocate sempre più irraggiungibili nel contesto di squadra, nel vano tentativo di riprendere il filo di un'idea smarrita.

Giampaolo, che ha sempre fatto giocar bene i suoi trequartisti, come Saponara, più essenziale e verticale, o Ramirez alla Sampdoria. L'uruguayano rappresenta la visione di calcio del tecnico, viene incontro verso i centrocampisti a cui offre una direzione di passaggio libera, si muove liberando spazi per le mezzali e favorendo la circolazione di palla. Il suo trequartista ideale è un giocatore dinamico, che ripiega, si inserisce anticipando il passaggio, ribalta l'azione con un tocco o due: Suso non sembrerebbe corrispondere al profilo, ma Giampaolo merita che si conservi il seme del dubbio finché la scelta non verrà messa di fronte alla prova del tempo.

L'esempio della prestazione dell'anno scorso contro la Juve aiuta a comprendere le differenze che Giampaolo impone nelle richieste allo spagnolo
L'esempio della prestazione dell'anno scorso contro la Juve aiuta a comprendere le differenze che Giampaolo impone nelle richieste allo spagnolo

Il tecnico lo vede come l'elemento capace di aumentare il tasso di imprevedibilità di un Milan muscolare, disciplinato nella ricerca degli automatismi appresi ma non così pronto a improvvisare, a dar sfoggio di pensiero laterale. Rimasto centrale nelle gerarchie di Giampaolo, a questo punto Suso potrebbe chiedere e ottenere un adeguamento dell'ingaggio (fissato ora a tre milioni fino al 2022).

Paqueta e Calhanoglu, quale futuro

"Il trequartista dev'essere un giocatore di qualità. Qualità ed estro sono figli delle caratteristiche del calciatore. Io posso dare due linee di guida, le posizioni in cui mettersi senza palla, ma poi dipende tutto dalle qualità del giocatore" ha detto Giampaolo. L'utilizzo di Suso nel ruolo di trequartista comporta l'arretramento in posizione di mezzala di Calhanoglu, che Giampaolo vede come giocatore davvero universale, e di Paquetà.

Nel passaggio dal calcio di Gattuso alla nuova gestione, il brasiliano ha mantenuto lo stesso ruolo ma con una ben diversa interpretazione. Gattuso gli chiedeva di tenere la posizione, di occuparsi soprattutto della fase difensiva per garantire l'equilibrio della squadra, Giampaolo gli offre maggiore libertà di movimento e palleggio. Tuttavia, ha sostenuto il tecnico, deve ancora migliorare l'integrazione individuale e la comprensione del pensiero collettivo. “Paquetà è una mezzala a mio avviso, lo devo disciplinare, è molto istintivo. Bonaventura ha intuizioni, vede il gioco, è un giocatore di valore, deve solo riacquistare consapevolezza fisica. Deve avere la pazienza di ritrovare il feeling con il suo corpo” ha aggiunto. Nel frattempo, il tecnico si è anche detto positivamente sorpreso dall'applicazione in allenamento e in partita di Kessie, che si pensava lontano dalla sua visione di calcio.

I 47 palloni giocati da Hakan Calhanoglu nel primo tempo del match contro la Fiorentina l'anno scorso (fonte WhoScored)
I 47 palloni giocati da Hakan Calhanoglu nel primo tempo del match contro la Fiorentina l'anno scorso (fonte WhoScored)

Cosa può cambiare con Leao e Bennacer

La ricerca dell'ordine e della razionalità deve essere anche l'obiettivo di Leao e Bennacer. “Leao mi pare un giocatore istintivo. L'istinto va bene, ma in alcuni momenti bisogna essere ordinati. E' appena arrivato, è molto giovane, devo capire la posizione migliore in campo” ha spiegato Giampaolo. Bennacer, poi, potrebbe giocare davanti alla difesa e far fruttare le sue capacità di pensare in verticale e liberarsi velocemente del pallone.

Le certezze arrivano dalla difesa

Le amichevoli hanno restituito l'immagine di una squadra sicura nell'applicazione dei meccanismi difensivi. Musacchio e Romagnoli restano ben integrati, Calabria spinge a tutta fascia a destra mentre a sinistra Giampaolo aspetta Theo Hernandez, fratello del Lucas campione del mondo e nuovo acquisto più costoso di sempre del Bayern Monaco. Nelle ultime stagioni, ha abbinato una media superiore ai cinque dribbling a partita, con l'aggiunta di una velocità di corsa che lo rende un perfetto terzino di spinta dalla progressione energica. Il suo atletismo lo rende difficile da fermare, ma anche lui manca di disciplina, soprattutto nelle letture preventive, nell'uno contro uno e nella gestione delle transizioni che potrebbe tradursi in qualche cartellino di troppo.

L'attacco non gira

In attesa di Correa, scartate le ipotesi di Paquetà o Calhanoglu come seconda punta, in attacco il Milan non ha convinto. I rossoneri hanno segnato solo cinque gol e aspettano ancora la prima rete stagionale di Piatek. Per un centravanti con le sue caratteristiche, ha ammesso Boniek, il calcio propositivo di Giampaolo dovrebbe essere un atout. “Bum Bum” ha segnato 30 gol alla sua prima stagione italiana, ma spesso confermarsi è più difficile che raggiungere la vetta. Nelle amichevoli giocate, ha centrato la porta solo due volte sui 12 tiri tentati, ha vinto pochi duelli offensivi e toccato in area meno palloni di quanto gli riuscisse nello scorso campionato.

Il profilo dei tiri di Piatek nel corso della stagione
Il profilo dei tiri di Piatek nel corso della stagione

Per ora, non convince nemmeno Castillejo adattato come seconda punta. All'esterno mancino non manca generosità né disponibilità nell'andare a pressare i difensori avversari. Però è mancato il suo contributo nell'appoggio sui cross, nello smarcamento, nel dribbling nello stretto. Così la suggestione di un prestito di Jovic, che però appare ancora improbabile, prende corpo. Il Milan resta un cantiere, una squadra che sta familiarizzando con una nuova idea di calcio. La semina di Giampaolo è iniziata da troppo poco tempo perché possa arrivare già il momento del raccolto.

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