Serie A, 1a giornata: la Disciplinare non multa Garcia per il telefonino

"Non sapevo che si potesse". Così aveva chiosato a fine gara, Rudi Garcia ben conscio di stare mentendo riguardo ai regolamenti in vigore nei principali campionati europei (e quindi anche in Ligue1 dove fino a ieri allenava) che vietano apertamente che vi sia alcun contatto diretto tra chi è in panchina e altri tesserati disposti diversamente all'interno dello stadio. Lui, il francese che sta entrando pian piano nei cuori dei tifosi giallorossi soprattutto dopo la convincente prova di Livorno, era stato immortalato dalle telecamere delle tv presenti, mentre a metà primo tempo telefonava ai suoi collaboratori piazzati in tribuna. Ma l'arbitro di Livorno-Roma non se n'è accorto, non l'ha inserito a referto e la Disciplinare non ha potuto sanzionare il tecnico.
Garcia e Maran: la prova tv non esiste – Strana la scusa del giudice Tosel che invece fa pieno uso di immagini televisive laddove episodi antisportivi in campo sfuggono agli occhi vigili dell'arbitro e dei suoi numerosi collaboratori. Per chi è in panchina, dunque, l'occhio della telecamera non è ritenuto sufficiente perchè venga sanzionato un comportamento evidentemente contro le regole in vigore. Questo si evince dalla mancanza di multe nei confronti di Rudi Garcia che ha telefonato in panchina durante il match ai suoi collaboratori per avere un più dettagliato resoconto dagli spalti. Così come non vi è alcun accenno alla monetina lanciata dalle tribune del Franchi verso Maran, colpito leggermente all'orecchio, mentre rientrava negli spogliatoi all'intervallo di Fiorentina-Catania. Anche in questo caso, le telecamere hanno ripreso l'accaduto, ma Tosel ha visto bene di non tenerne conto. Precedenti pericolosi che creeranno malumori e polemiche al prossimo caso.
Salassi alle società – Multe invece, per le società a causa dei comportamenti pericolosi delle rispettive tifoserie. Il Verona ha ricevuto l'ammenda più pesante, 40 mila euro per "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato sei fumogeni nel recinto di gioco; per avere inoltre, verso il termine della gara, indirizzato alcuni fasci di luce laser verso l'Arbitro e i calciatori della squadra avversaria e per avere infine, alla conclusione della gara, mentre il pubblico defluiva dallo stadio, lanciato oggetti di varia natura e alcuni seggiolini in plastica divelti verso i sostenitori della squadra avversaria, senza conseguenze lesive". A seguire, il Milan che prende 5 mila euro di multa ("bengala verso i sostenitori della squadra avversaria"), il Napoli con 4 mila euro ("bengala nel recinto di gioco") e il Livorno, 3 mila euro ("alcuni fumogeni nel proprio settore").