Sedotto e abbandonato, il retroscena del mancato arrivo di Immobile al Napoli

"Pronto, Ciro?". "Chi è?". "Sono De Laurentiis, il presidente del Napoli. Ti devo parlare". Nei giorni caldi in cui si consumava il ‘tradimento' di Higuain il telefono era rovente: con il ‘Pipita' che aveva deciso di lasciare la maglia azzurra per dire sì alla ‘vecchia signora' il numero uno dei partenopei, fallito l'arrocco dietro la clausola da 94.7 milioni di euro, batte tutte le piste possibili. Una di queste porta anche a Immobile: attaccante di Torre Annunziata, svezzato dai bianconeri poi esploso nel Toro di Ventura prima di volare in Germania, al Borussia di Klopp e poi al Siviglia. Assieme a Cerci aveva rispolverato i vecchi ricordi granata di Pulici e Graziani, sciolta quella coppia magica né l'uno né l'altro sono più riusciti a incantare.

E allora quale piazza migliore di quella partenopea, con Sarri in panchina, per rigenerarsi e ricostituire assieme a Insigne la coppia dei cristalli di boemia lanciati da Zeman a Pescara? Lui, Lorenzo e Manolo (Gabbiadini, uno dei pochissimi per nulla affranto dall'addio di Higuain), il tridente tutto italiano che piace anche al neo ct della Nazionale. Immobile ci pensa… poi c'è la Champions e magari un ingaggio cospicuo… è vicino casa… può lottare per lo scudetto piuttosto che dimenarsi ai margini della zona Europa League.

Da Formentera a Mergellina

Però è in vacanza a Formentera con la famiglia e prova a prendere tempo: "Ma non può parlare con il mio procuratore?", dice Ciro che su quell'isola baciata dal sole e del mare sta una bellezza. Alla parola ‘procuratore' De Laurentiis ha un travaso di bile e sbotta: "Non me ne frega niente, io voglio parlare con te. Senti, non sto a Napoli, sto a Ischia con il mio yacht, raggiungimi… vieni che ti devo parlare". Immobile è combattuto: una vocina gli dice di restare dov'è; l'altra che non si può rinunciare a cuor leggero a una chiacchierata con il patron della squadra giunta seconda in classifica, che da settembre giocherà in Coppa; quella del procuratore – che nel frattempo contatta e mette al corrente della novità – gli dà appuntamento a Napoli.

Cinquecento euro per una barca

Fa caldo. A Mergellina c'è una leggera brezza che arriva dal mare e un po' di caos: gente che va, altra che tracima dalla banchina, qualche turista provato dall'afa, l'immancabile venditore di ‘cocco bello, cocco fresco', il classico ‘dotto', prego, dovete parcheggiare?', odore di boccaporto e di frittata di maccheroni, mani unte, musi sporchi di salsa e sapore di sale. Ischia è là, però bisogna far presto. Immobile scuce 500 euro e affitta una barca per raggiungere De Laurentiis a bordo dello yacht.

Per un pugno di milioni in una clausola

Convenevoli a parte, arriva il momento di parlare d'affari. E di soldi. A cominciare da quelli della clausola rescissoria che il Siviglia esigerebbe per chiudere la cessione dell'attaccante. Ne servono una decina per sbloccare l'operazione. "E ma questo è un problema tuo… lo devi risolvere tu", obietta De Laurentiis. Già… e Immobile pensa alla Spagna, a Formentera: ma chi me l'ha fatto fare, rimugina. Se ne va a Marechiaro e si consola mangiando un buon pasto in un noto ristorante della zona. "Sono venuto qui solo a perdere tempo", racconta ad alcuni amici. Che stronzata che ha fatto, ripete a se stesso. Che stronzata, davvero, interrompere le vacanze e lasciare la famiglia: ci è cascato come un fessacchiotto. Gli viene voglia di spifferare ogni cosa ma desiste. Hai visto mai che non lo fanno più lavorare. Però da Cicciotto si mangia da dio. E chi se ne frega di questa storia di mezza estate. A Marechiaro è già spuntata la luna. E Ciro ha in tasca il contratto con la Lazio.