Seconde squadre in Serie C? La Lega di Serie B minaccia lo sciopero: ecco perché
Le seconde squadre dei club che militano in Serie A che potranno giocare in Serie C? Tutto bene, un'idea che pulsa da tempo nel cuore della FIGC ma che è stata partorita malamente, senza consultazioni né confronti. Soprattutto con la Lega di Serie B che, suo malgrado, si vede coinvolta nell'innovazione e subirne gli effetti indesiderati.

La riforma. Se da un punto di vista formale e strutturale la nascita di un campionato di seconde squadre è una finestra ufficiale verso nuovi talenti e la valorizzazione dei vivai, da un altro aspetto è un boomerang verso le società che militano in Serie B dove possono promuoversi le prime di Serie C. Che – essendo team farm di club fi massima serie – alla lunga rischierebbero di monopolizzare con soldi e possibilità ad altre preclusi, l'intera cadetteria.
La protesta. La Serie B ha deciso di scendere in campo e minacciare uno sciopero collettivo proprio per una manifesta mancanza da parte della FIGC di aver varato la riforma senza prima coinvolgere tutte le Leghe. "Una totale assenza di confronto e condivisione, oltre che dannoso per la natura e la specificità della Serie B di valorizzazione dei giovani, territorialità dei club e competitività e regolarità del torneo. Con gravissimi danni economici per i club e di interesse per i tifosi"
Lo sciopero. Sono argomenti portati avanti dal presidente della Lega B Mauro Balata, riunito il Comitato esecutivo e sentito il Consiglio direttivo a poche ore dall'ufficialità del campionato delle seconde squadre. In pratica si parla di uno scippero di categoria in vista della nuova stagione: "Gli organi della Lega B sono in ogni caso mobilitati in sede permanente per adottare ogni iniziativa ritenuta utile per contrastare tale provvedimento anche relativamente ai playoff ed ai playout della corrente stagione sportiva e al blocco del campionato della prossima".