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“Se non fate quello che vi dico vi distruggo”, così Gattuso ha spronato il Milan

L’allenatore rossonero, in giacca in panchina nonostante le temperature bassissime, ha spronato a muso duro la squadra che è riuscita poi a portare a casa la vittoria contro il Bologna.
A cura di Marco Beltrami
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Temperature bassissime a San Siro durante Milan-Bologna, eppure Rino Gattuso è rimasto in piedi davanti alla panchina a guidare i suoi solo con una giacca. Una partita nella partita, quella del nuovo allenatore rossonero che ha regalato un vero e proprio show per tutti i 90 e più minuti del posticipo della 16a giornata di Serie A. Alla fine a vincere sono stati i suoi ragazzi, e tutto si è concluso con un abbraccio collettivo da parte della squadra al mister che però nel corso della partita ha a più riprese "minacciato" i suoi.

La rabbia di Gattuso contro i suoi durante Milan-Bologna

Non punta il dito contro l'errore tecnico "Ringhio", lui che non aveva certo piedi "delicati", ma contro la mancata applicazione e contro lo scarso spirito di sacrificio. Ecco allora che nel corso della partita quando il punteggio era inchiodato sull'1-1 Gattuso ha alzato i decibel richiamando molti dei suoi calciatori. Nel mirino soprattutto gli errori in fase di ripartenza, e il modo di attaccare lento e prevedibile.

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Se non fate quello vi dico vi distruggo, così Gattuso ha spronato i rossoneri

Dopo aver chiesto a Donnarumma di accelerare i tempi della ripresa del gioco, per dare inizio subito alla manovra dei suoi, Gattuso si è girato verso la sua panchina esclamando: "Se non fate quello che vi dico, vi distruggo in settimana!". Un retroscena, quello evidenziato da Sky, che la dice lunga sulla grinta dell'ex centrocampista che, ha voluto lanciare un messaggio chiaro a tutto il gruppo. E il messaggio è stato recepito, visto che poco dopo è arrivata la rete della vittoria targata ancora Bonaventura.

Gattuso e le difficoltà del nuovo Milan

E nel post partita, ai microfoni dell'emittente televisiva, l'allenatore del Milan ha spiegato dove nascono i problemi della sua squadra, giustificando dunque anche il suo atteggiamento in panchina: "C'è tanto da lavorare, però quando vedo qualcuno che per fare cinque minuti di corsa sembra che gli chiedi di scalare l'Everest devi perdere tempo e metterti lì. Da parte mia so che la squadra mi segue, vorrei fare qualcosa di più ma ho scelto quei tre quattro concetti. Ho ancora negli occhi Istanbul, al 93′ eravamo in Coppa Uefa, al 94′ siamo usciti sia dalla Uefa che dalla Champions. C'era Demetrio, Albertini, Costacurta, avevano vinto già il mondo e piangevano. Come fai a dimenticare queste cose qua? Tanti schiaffoni, tante cazziate, perché ci tenevano molto. Questo alla fine porta tantissimi punti in più, sono stati dei maestri e mi hanno lasciato tanto"

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