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Scuole chiuse, ma stadio aperto (quasi a tutti): il controsenso per Juve-Milan di Coppa Italia

La partita tra Juventus e Milan di Coppa Italia, semifinale di ritorno in programma mercoledì 4 marzo, si giocherà con i tifosi. Le porte saranno aperte, divieto assoluto solo per i tifosi presenti da tre regioni – inclusa la Lombardia. La decisione della Lega, avallata dalla Regione Piemonte, è particolarissima. Considerato che fino a mercoledì le scuole saranno chiuse.
A cura di Alessio Morra
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Da giorni il calcio italiano vive una situazione paradossale, un teatrino assurdo che si sta tramutando in qualcosa di ridicolo. Mercoledì sera la Juventus giocherà con il Milan la partita di Coppa Italia e a sorpresa si giocherà a porte aperte, ma con un divieto per i tifosi di tre regioni (Lombardia, Veneto e Emilia Romagna). Una decisione, quella delle porte aperte, che è davvero molto particolare considerati i divieti esistenti nello stesso Piemonte, dove le scuole sono ancora chiuse.

Juventus-Milan di Coppa Italia a porte aperte

A un certo punto è sembrato che Juve-Milan di Coppa Italia non si dovesse nemmeno giocare, a causa degli incastri del calendario – era stata avanzata una proposta di slittamento di Juve-Inter a giovedì 5 marzo. Poi la Lega ha deciso di mantenere il programma originario e ha stabilito che la partita dello Stadium si giocasse il 4 marzo. Inizialmente la partita doveva disputarsi a porte chiuse, poi è stato stabilito che la partita sarebbe stata a porte aperte, ma solo per i residenti in Piemonte. Ora però lo scenario è ancora cambiato: porte aperte a tutti, tranne a chi proviene da tre regioni: Lombardia, Veneto e Emilia Romagna.

La strana decisione di Lega e Regione Piemonte per Juve-Milan di Coppa Italia

Quindi porte aperte per Juventus-Milan. La decisione, che può far piacere al club bianconero e alla Lega, è quanto meno particolare. Perché nella regione Piemonte la situazione è ancora delicata. Perché a causa delle precauzioni per il Coronavirus le scuole sono chiuse da giorni e lo saranno fino a mercoledì (giorno della partita). Lo stesso governo regionale ha stabilito che anche chi va al cinema deve rispettare delle norme, nessuno può avere qualcuno al proprio fianco. E allora viene da chiedersi: perché si apre lo stadio a decine di migliaia di persone? Se tecnicamente è pericoloso andare a scuola (dove c’è l’obbligo), non è altrettanto rischioso seguire una partita di calcio, magari in quindicimila, ventimila, trentamila tutti assieme sugli spalti?

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