Sciopero calciatori, Prandelli diplomatico: serve buon senso
Alla fine, ciò che le società temevano è accaduto: lo sciopero calciatori è stato alla fine indetto dalla AIC per l'11 e il 12 dicembre, evento che costringerà le società a rivedere i propri piani nell'organizzazione di questo rush finale annuale. Già da tempo si profilava tale sciopero, ma in molti hanno paventato l'ipotesi di un rinvio, o di un ripensamento… alla fine, però, l'assocalciatori ha mantenuto la promessa fatta.
Cesare Prandelli ha deciso d'intervenire sulla questione, esprimendo la sua opinione in modo molto diplomatico: «C'è un po' di preoccupazione. Ci sono persone che stanno cercando di trovare soluzioni, i calciatori fanno parte di un mondo lavorativo che sta cambiando. I diritti son diritti, le società non devono temere nulla. Serve buon senso, sarebbe bello mandare a tutti un segnale distensivo senza eludere la questione». L'allenatore dell'Italia, quindi, naviga nel mezzo: la soluzione va trovata per non creare ulteriori problemi alle società calcistiche, ma è anche vero che i calciatori devono far rispettare i propri diritti.
Nella lunga intervista rilasciata a "Radio Sportiva", l'allenatore di Orzinuovi ha parlato anche delle sue responsabilità da C.T. : «Sono sulla panchina della Nazionale, e quindi sento una grandissima personalità non solo dal punto di vista tecnico ma anche morale. Non sarò mai solo, tutti hanno la voglia di darti dei consigli. L´importante è ascoltare e poi agire secondo i propri pensieri. Avverto molta simpatia attorno a me, e forse perché non ho mai allenato grandi squadre e questo ci ha portato le simpatie di tutti gli altri tifosi. Mi manca il campo, il rapporto quotidiano con i giocatori e con i tifosi. Ci sono però aspetti positivi, perché ho la possibilità di aggiornarmi e di crescere ma il rapporto con la squadra mi manca molto».