Scandalo Fifa, sospetti sull’ex presidente della Cbf per il contratto con la Nike
Mazzette per oltre 150 milioni di dollari, rivoli di denaro che si perdevano nei (presunti) affari in nero a corredo dei contratti per la vendita dei diritti televisivi e dello sviluppo del marketing. Un fiume di soldi che, come rilevato dal Federal Bureau of Investigation, si muoveva nel solco dei conti aperti su istituti di credito con sede negli Stati Uniti. Tangenti ricavate dalle maggiori voci a bilancio della Fifa che nel triennio 2011/2014 ha sviluppato un giro d'affari di 5.7 miliardi di dollari, il 70% delle entrate complessive. Ma questa è solo una prima tranche di accuse finite nel dossier del Dipartimento di Stato americano che ha ricostruito la promiscuità dei traffici indiscriminati in seno al governo mondiale del calcio.
La seconda, invece, riguarda direttamente l'assegnazione delle sedi delle prossime edizioni della Coppa del Mondo. Secondo l'Fbi dirigenti e alti funzionari della Fifa avrebbero accettato somme di denaro sotto banco per oliare il meccanismo e ammorbidire le proprie posizioni al momento di far cadere la scelta sulla Russia (2018) e il Qatar (2022), sono queste le edizioni del Trofeo finite sotto la lente degli inquirenti. Mazzette che sarebbero servite anche per condizionare le elezioni alla presidenza della FIFA del 2011, ipotesi anche questa al vaglio degli 007.
Sospetti sono sorti anche sul contratto di sponsorizzazione con la Federcalcio brasiliana di una "una società di abbigliamento sportivo negli Stati Uniti" (come la definisce il Dipartimento di Giustizia), un accordo di vecchia data da 400 milioni di dollari: l'ex presidente della Cbf, José Maria Marin, un altro dei funzionari finiti in manette, avrebbe intascato tangenti anche per la scelta dello sponsor per la nazionale verde-oro. "Il contratto con la Nike risale al 2000", ha precisato l'attuale numero uno Del Nero, facendo riferimenti agli anni (tra 1989 e il 2012) in cui il presidente della Confederazione era Ricardo Teixeira, dimessosi per accuse di corruzione.