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Scandalo Catania, Abodi: “L’inizio della Serie B rischia di slittare”

Il presidente della serie cadetta pretende chiarezza nelle responsabilità del caso Catania che ha coinvolto direttamente l’organizzazione del prossimo anno. Anche facendo partire il prossimo campionato a settembre.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il presidente della Serie cadetta, Abodi è tornato sull'eventualità di uno slittamento dell'inizio del campionato. Tendenzialmente non vorrebbe fare i calendari e senza far partire il campionato a situazioni ancora aperte. Per Abodi il calcio ha bisogno di pulizia e chiarezza "Proveremo a fare un cronoprogramma a breve. Se c'è da aspettare 15 giorni aspetteremo, perché vogliamo che la gente si senta tutelata. C'è questo rischio, non ho voglia di far finta che non sia successo niente"

Dichiarazioni pesanti a seguito dello scandalo Catania che ha coinvolto direttamente la Serie B. E' stato lo stesso presidente della Lega di B, Andrea Abodi, a lanciare l'allarme, minacciando di fermare tutto finché non si riesce a fare chiarezza. "Servono pulizia e chiarezza. Dispiace che si parli solo delle cose negative. Abbiamo 22 società che lavorano costantemente con noi in un clima di armonia, con un impegno costante sull'integrità. Sembra un discorso paradossale in questo momento ma devo valorizzare la stragrande maggioranza che non vende le partite. Se si sbaglia l'equilibrio tra la giusta intransigenza verso chi commette illeciti e verso la parte sana farei un torto, in un senso o nell'altro. Per questo motivo il campionato non inizierà se prima non sarà fatta chiarezza sulla situazione attuale".

Una situazione aggravata dal fatto che secondo Abodi i controlli c'erano anche stati e la parvenza di regolarità era palese. Ma i fatti lo hanno smentito mettendo in dubbio l'organizzazione nel suo interno, incapace effettivamente di arginare il problema: "Ero convinto, al di là delle anomalie riscontrate in sede di scommesse, che il campionato fosse stato lineare e regolare. L'ho pensato anche sulla base di un dato tecnico. Tutte le undici gare dell'ultima giornata decidevano qualcosa in classifica. Per noi poteva essere un livello di garanzia. Abbiamo svolto tutta una serie di attività quotidiane legate alle 22 società, come portare i calciatori negli ospizi e nelle prigioni per allenare le coscienze".

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