Cinque Milan-Napoli da ricordare: Savoldi, Diego, gli olandesi e il Pipita
Nei sette anni dell'era Maradona la sfida fra Napoli e Milan era semplicemente "la partita" della stagione in quanto rossoneri e azzurri erano le squadre favorite per il titolo. Ma anche prima e dopo l'arrivo nella città partenopea di D10s, il match non è mai stata una partita come le altre. Ecco cinque incontri molto speciali che vale la pena ricordare.
‘Beppe gol' Savoldi castiga i rossoneri
Milan-Napoli 01 – 22 gennaio 1978. Milan e Napoli sono due squadre di alta classifica. I due allenatori hanno idee innovative e la Juventus di Trapattoni non è più un miraggio lontano. Milan e Napoli arrivano allo scontro diretto con le loro formazioni migliori. Da una parte Albertosi, il giovane Collovati già predestinato a una ottima carriera, Capello e gli ultimi sprazzi di classe di Gianni Rivera. In panchina Niels Liedholm che con il con il duo Bet-Turone accennava una difesa a zona, riprendendo i principi del fuorigioco sistematico dalle squadre del Nord Europa. Dall'altra il Napoli di Di Marzio all'arrembaggio con Bruscolotti e Ferrario che riusciranno a vincere anche lo scudetto, e soprattutto un attacco molto pericoloso per il periodo con Juliano in regia, Capone ala sinistra e Beppe Savoldi centravanti. Sarà proprio Beppe-gol su rigore a dare vittoria e slancio agli azzurri. Ma è un fuoco di paglia e la solita Juventus vincerà alla fine il campionato.
Giordano e una magia di Maradona a San Siro
Milan-Napoli 1-2 – 13 aprile 1986. Nelle due squadre in due anni sono arrivati due personaggi che cambieranno per sempre la storia delle società. Il 5 luglio 1985 è salito dagli spogliatoi del San Paolo Diego Armando Maradona. Il 20 febbraio 1986 Silvio ha comprato il Milan. Quella era la prima sfida fra i due e a vincerla è il genio argentino anche grazie ad un suo gol da ricordare. Il Milan gioca senza Baresi, Tassotti e Filippo Galli e, su indicazione di un Berlusconi che vuole fon da subito farsi sentire con l'allenatore (ancora Liedholm), gioca con tre punte: Paolo Rossi, Virdis e Hateley. Il Napoli domina per larghi tratti e va in gol prima con Bruno Giordano e poi con un colpo di biliardo di di Diego: stop al limite dell'area, tre finte di corpo per sbilanciare Maldini e Di Bartolomei, poi frustata di caviglia con precisione millimetrica. Il pallone va tra portiere e palo e per Giovanni Galli non c'è niente da fare. Il Milan accorcia con Di Bartolomei su punizione ma è tardi per recuperare. Silvio Berlusconi quel giorno comprende quanto deve investire nella squadra per farla diventare quello che immagina.
Careca illude, San Siro è un inferno per gli azzurri
Milan-Napoli 4-1 – 3 gennaio 1988. Berlusconi deve attendere solo due anni per vedere la creatura sportiva che aveva intenzione di esportare nel mondo. Il Napoli arriva a San Siro da squadra migliore del campionato oltre che campione in carica. Nel suo undici titolare in estate ha aggiunto un altro campione, il brasiliano Careca e sembra imbattibile. Il Milan di un nuovo allenatore con idee rivoluzionarie, Arrigo Sacchi, è partito molto male, perdendo la prima partita casalinga contro la Fiorentina di un Roberto Baggio finalmente sano e uscendo dalla Coppa Uefa con l'Espanyol. Ma la squadra di Sacchi si era compattata dopo una vittoria a Verona ed è arrivata alla partita con i partenopei in forma scintillante. Se ne accorgerà il Napoli che viene surclassato sotto tutti i punti di vista da quel Milan, che vince 4-1 con gol di Careca, Angelo Colombo, Virdis, Gullit e Donadoni. Sarà quella partita a dare la convinzione a tutto il mondo Milan che Maradona e la sua squadra potevano essere battuti, cosa che avverrà poi nel ritorno dell'1 maggio quando il Milan supererà per la prima volta in stagione il Napoli in classifica e si avvierà a vincere lo scudetto.
Albertini, frecciata nel finale
Milan-Napoli 2-1 – 21 novembre 1993. In pochi anni tutto era cambiato. Il Napoli aveva perso Maradona ed era diventata una squadra di metà classifica, mentre il Milan cresceva in maniera esponenziale, acquistando calciatori anche inutili in nome del turnover e della potenza di fuoco che Berlusconi voleva dimostrare al mondo del calcio. La partita aveva un solo e logico favorito, la squadra di Capello che poteva schierare gli ‘invincibili' in difesa più un'altra serie di campioni come Savicevic, Desailly, Simone e così via. E invece il Napoli con Pecchia va in vantaggio e, barricandosi in difesa, dà la speranza a tutti i suoi tifosi di una nuova vittoria a San Siro dopo tanti anni. Non sarà così, prima il giovanissimo Panucci, da poco titolare della squadra e al 90′ una punizione di Demetrio Albertini rimettono le cose a posto e fanno tornare a casa un Napoli che ancora una volta ha fatto paura al Milan come quando c'era Diego.
Poker secco sul tavolo verde con il Pipita
Milan-Napoli 0-4 – 4 ottobre 2015. Il Napoli ha un'identità precisa grazie a Maurizio Sarri e a campioni affermati, il Milan è in fase di ricostruzione e Mihajlovic sta cercando di capire chi è fatto per il suo calcio. Sarà un massacro azzurro con Higuain che irride i centrali milanisti, Zapata e Rodrigo Ely, Insigne che in fascia inventa calcio mandando in completa bambola De Sciglio, e il centrocampo azzurro guidato da Allan e Jorginho che letteralmente non fa toccare palla a quello milanista. Dopo questa prima parte di stagione gli equilibri fra un Milan che con Montella e i giovani ha una nuova identità e il Napoli che ha perso Higuain sembrano molto più livellato. Dove penderà questa volta l'ago della bilancia?