Sarri, ma come si fa a lasciare in panchina questo Mertens?
La sconfitta del Napoli è la sconfitta delle scelte di Maurizio Sarri. Il tecnico dei partenopei ha subito il suo primo ko davanti al proprio pubblico, tra le mura amiche del San Paolo, e la squadra ha dovuto accettare il secondo scivolone consecutivo in campionato che ne ha pregiudicato la rincorsa alla Juventus solitaria capolista. Ma se la squadra ha giocato comunque bene, riuscendo a tenere testa alla Roma, subendo per due svarioni difensivi di Koulibaly che pur ha trovato il riscatto personale segnando la rete del momentaneo 2-1, non altrettanto bene ha giocato Manolo Gabbiadini. Chiamato da Sarri a fare il vice Milik, al centro di un attacco che vedeva l'ex Sampdoria terminale d'area di rigore.
Tra falso nueve e punta di ruolo
Una scelta che non ha pagato, sia per la negativa prestazione di Gabbiadini sia per gli uomini affiancatigli da Maurizio Sarri: Insigne e Callejon. Lasciando il migliore dei giocatori azzurri ancora una volta in panchina: Dries Mertens. E proprio quando è entrato il belga (proprio al posto dell'attaccante azzurro) il Napoli è cambiato, non solamente nella scelta tattica di giocare con ‘finto nueve'. Mertens ha dato personalità, grinta, fame a una squadra che ha ripreso subito a lottare trovando la rete di Koulibaly e restando in partita fino al 90′.
Le colpe di Manolo
Ma Sarri ha preferito la punta di ruolo, un Gabbiadiani che oggi si ritrova sconfitto tra gli sconfitti. Quando è rimasto in campo, la squadra non si è mai resa pericolosa davanti alla porta giallorossa con l'ex Samp. Che ha corso, si è anche sacrificato, ha proposto alcune sponde interessanti a Callejon e Insigne, ma non ha mai inciso, magari sbagliando, cercando il gol personale. Una partita che adesso peserà come un macigno perché ha l'aria di una pubblica bocciatura.
Sarri rimedia in corsa
Se Gabbiadini esce dal San Paolo a testa bassa, lo stesso però deve fare anche Sarri colpevole numero uno di aver lasciato ancora una volta Mertens in panchina. La scelta è caduta su uno schema tattico che vedeva la punta di ruolo, una scelta legittima. Ma ciò non dava per scontato l'esclusione di Mertens. E' vero, il belga è più offensivo di Callejon e Insigne, maggiormente disciplinati anche nella fase difensiva, ma l'attuale forma psicofisica del giocatore avrebbe imposto a Sarri scelte diverse. Anche non iniziare con Gabbiadini, eventualmente.
Mertens, la cura
L'idea di fondo era di ridare fiducia e recuperare psicologicamente la punta. Oggi il Napoli si ritrova con un giocatore che ha perso anche le ultime labili certezze, ritrovandosi in panchina proprio nel momento in cui la squadra ha iniziato a giocare e a segnare. Anche se il belga deve comunque giocare più ridosso alla porta avversaria. Partendo da lontano difficilmente potrebbe reggere 90 minuti di qualità, aspetto su cui Sarri dovrà lavorare in settimana. L'unica attuale e credibile soluzione, infatti, è insistere su Mertens, e non incaponirsi su Gabbiadini, altrimenti il rischio è di perdere non uno ma due giocatori.