Sarri: “Il mio Napoli fa la storia come l’Olanda negli Anni Settanta”
Che vinca o meno, che rischi di chiudere la stagione con ‘zero tituli' non importa. Maurizio Sarri è consapevole che a Napoli, nei 3 anni alla guida degli azzurri, ha già ottenuto un successo importante: ha mostrato che si può praticare un calcio bello e propositivo, più europeo, alternativo al pragmatismo stretto del risultato, affascinato colleghi in Italia e all'estero, messo a tacere quanti – arrivando dall'Empoli e con alle spalle tanta gavetta nella serie minori – credevano che quell'ex bancario (fumatore incallito, sempre in tuta e con la barba incolta) avrebbe avuto vita breve in azzurro. Basta prestare ascolto al concetto che esprime subito dopo l'eliminazione dall'Europa League avvenuta nonostante la vittoria (2-0) a Lipsia.
Nella storia del calcio ci sono squadre che segnano un periodo – ha ammesso a Sky Sarri -. Ad esempio negli Anni '70 si ricorda l'Olanda, e non chi ha vinto. Noi proviamo a fare questo, ma chiaramente proviamo a metterci qualcosa in più come vittorie. Sono convinto che tra 20 anni questo Napoli sarà ricordato da tutti.
Dall'arancione all'azzurro, contrasto cromatico a tinte forti per gli esteti degli schemi e del calcio scandito da una frase emblematica di Cruijff: "La qualità senza risultato non porta punti ma il risultato senza qualità è noioso". Un peccato, davvero, per aver gettato la qualificazione alle ortiche nella gara d'andata al San Paolo, al termine di quella scellerata partita passata dall'entusiasmi del vantaggio alla beffa incredibile del 3-1.
Quel gol preso sul finale della gara d'andata è pesato tanto e alla fine lo abbiamo pagato. Mi è sembrato evidente che il Lipsia fosse alla nostra portata, comunque la prestazione resta buona e questo è un bel messaggio per il campionato: questa squadra ha un'anima e dobbiamo guardare sempre in positivo. È vero, l'eliminazione ci lascia l'amaro in bocca, ma almeno la squadra avrà più tempo per allenarsi in vista dei prossimi impegni.
Coppa alle spalle, tutte le energie e gli uomini – contati, a giudicare dall'emergenza infortuni che ha assottigliato la rosa – sono rivolti verso il campionato e la conquista dello scudetto.
E' chiaro che noi vorremmo vincere, ma vorremmo anche che ci venisse riconosciuto il lavoro fatto. Negli ultimi due mesi siamo rimasti in 15 giocatori e tre portieri. Per essere competitivi anche in Europa – ha concluso Sarri – è indispensabile un ampliamento della rosa, ma anche migliorare sul piano della mentalità. Se potessimo far felice il popolo napoletano sarebbe la soddisfazione più grande per un calciatore e per un allenatore. La cosa più bella fino a ora è stato far innamorare la tifoseria di una squadra.