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Sarri aspetta Chiellini, l’uomo che può cambiare la Juve

La Juventus ha perso due delle ultime tre partite, ed è un po’ in difficoltà. I bianconeri a breve riavranno a disposizione Giorgio Chiellini, forse in campo contro la Spal. Il capitano sta mancando tantissimo alla Juve e a Sarri, che ha bisogno di un leader come Chiellini, allenatore in campo dei campioni d’Italia.
A cura di Alessio Morra
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La Juventus ha perso due delle ultime tre partite ed è stata agganciata in testa dall’Inter, e la Lazio è dietro di un punto. L’orizzonte non è grigio, ma senz’altro alla Juve sono cambiate tante cose in questi ultimi mesi e Sarri non sembra più saldissimo. Il tecnico resta ovviamente fiducioso, perché al netto di questi ultimi scivoloni, la Juve è in piena corsa su tre fronti e tra poco avrà la possibilità di schierare nuovamente Giorgio Chiellini.

Quando torna Chiellini, il capitano che sta mancando alla Juve

Il difensore livornese, vero leader della squadra campione d’Italia, si è infortunato seriamente al ginocchio a fine agosto e da quel momento è fermo. Il suo recupero procede spedito, Chiellini si sta allenando con la squadra e potrebbe tornare a disposizione per la partita di campionato con la Spal, questo almeno è l’obiettivo del capitano e di Sarri che vorrebbe fargli saggiare il campo prima del match con l’Inter.

Sarri aspetta Chiellini

La Juventus sta cercando di giocare in modo diverso, ci è riuscita ma solo in parte. Perché anche a causa di calciatori non adatti al suo modulo Sarri ha modificato sì, ma non troppo. L’allenatore ha provato soprattutto a cambiare in difesa e per far filare tutto liscio ha bisogno del miglior Chiellini, che deve guidare il reparto difensivo. In poche parole Sarri ha bisogno di un allenatore in campo e ‘Chiello’ è un ragazzo intelligente che può, per esperienza e personalità, ‘gestire’ la squadra che, al di là degli ultimi passaggi a vuoto, in questa stagione ha preso troppi gol, molti rispetto al recente passato.

Chiellini, quali sono le differenze tra Sarri e Allegri

Lo scorso dicembre, in occasione del ‘Gran Galà del Calcio’, il capitano, che fu tra i premiati, parlò delle differenze tra il modo di difendere di Sarri e di Allegri, ed elencando le differenze di base fece capire che per la Juve non sarebbe stato facile adattarsi:

Le squadre del mister, anche negli anni passati, riuscivano ad avere solidità difensiva quando riuscivano a mantenere alta intensità e pressione della palla lontano dalla propria porta. Quando per vari motivi, a volte fisici, a volte di superiorità dell’avversario, si trovavano a difendere più vicini alla loro porta, hanno sempre fatto fatica. Perché hanno un modo di fare che consiste nella ricerca costante dello stare nella metà campo avversaria anche in fase difensiva.

Con Allegri era un concetto totalmente diverso: o si prova a riconquistare subito il possesso, altrimenti provavamo a sfruttare le nostre qualità e difendevamo dietro la linea della palla in 8 giocatori e, se possibile, anche in 9. Avevamo il baricentro più basso, con alcuni vantaggi e svantaggi, perché poi chiaramente quando recuperi la palla più basso devi fare più fatica per arrivare lontano e tutto sta nel trovare il giusto equilibrio. Adesso bisogno rischiare il 2-1, il 3-1, stare più di là rischiando e osando.

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